Indagine sul caso Pifferi: psicologhe e avvocati sotto esame

Il caso di Alessia Pifferi, la madre accusata di aver lasciato morire di stenti la piccola Diana, ha aperto un secondo fronte di indagine. Le due psicologhe del carcere di San Vittore, insieme all'avvocato Alessia Pontenani, sono ora indagate per favoreggiamento e falso ideologico.

Le accuse

Secondo l'accusa, una delle psicologhe avrebbe falsificato alcuni atti, tra cui un test psicodiagnostico, aiutando Alessia Pifferi ad ottenere una perizia psichiatrica. Questo avrebbe favorito la difesa di Pifferi, attualmente a processo per la morte della figlia Diana.

La reazione delle indagate

Entrambe le psicologhe, interrogate dal pm Francesco De Tommasi, hanno scelto di rimanere in silenzio. Una di loro, identificata come P.G., ha scritto al pm affermando di sentirsi umiliata e di non voler più lavorare in carcere.

Il ruolo degli avvocati

Tra i difensori delle psicologhe figura l'avvocato Angelo Leone di Benevento, insieme a Priscilla Maione. Entrambi stanno difendendo le professioniste indagate, mentre l'avvocato Alessia Pontenani è sotto indagine per le stesse accuse.

La polemica interna

La situazione è ulteriormente complicata dalla decisione della pm Rosaria Stagnaro di lasciare l'incarico. Stagnaro sostiene di non essere stata informata sulla tranche d'inchiesta condotta dal collega De Tommasi, con cui avrebbe avuto divergenze di vedute.

Il caso Pifferi continua quindi a tenere banco, con nuovi sviluppi che coinvolgono non solo la madre di Diana, ma anche le figure professionali coinvolte nel processo.

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