Danilo Coppola, la Svizzera respinge la richiesta di arresto della procura di Milano

Corriere Milano INTERNO

di Redazione Milano. Sull’immobiliarista latitante all’estero pende un’ordinanza di custodia in carcere per tentata estorsione a Prelios, società proprietaria del complesso immobiliare Porta Vittoria a Milano.

Milano, via Monte Napoleone e via Manzoni, poi Porta Vittoria

Nel 1995, a 28 anni, dopo aver perso il padre Paolo, prende in mano le redini dell’attività immobiliare di famiglia.

Sull’imprenditore pende un’ordinanza di custodia in carcere per tentata estorsione a Prelios, società proprietaria del complesso immobiliare Porta Vittoria a Milano. (Corriere Milano)

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Secondo quanto riferito dalla stampa italiana, poco più di una decina di giorni fa la Svizzera avrebbe negato l’esecuzione dell’arresto dell’uomo, come richiesto dalla Procura di Milano, in quanto questo tipo di reato non è punibile con il carcere all’interno della Confederazione. (Ticinonews.ch)

L’immobiliarista cinquantaquattrenne protagonista delle scalate bancarie dei primi anni Duemila e dei processi ai cosiddetti furbetti del quartierino, concede un'intervista al Corriere della Sera. Mi hanno arrestato perché davo fastidio ai poteri forti, i miei processi hanno dato spettacolo, in 18 anni ne ho subiti oltre trenta, spesso sono stato assolto". (L'HuffPost)

Hanno individuato Coppola in Svizzera Dopo che la Cassazione ha confermato la decisione del tribunale del riesame milanese sulla misura cautelare (in origine respinta invece dal gip) i pm hanno chiesto alla Svizzera, dove Coppola era stato individuato, di poter eseguire l’arresto. (IL GIORNO)

Molti post sono di Amarcord: titoli d’antan, tipo «Mediobanca, porte aperte a Coppola», «Dai centri commerciali a Bnl, ecco Coppola, finanziere d’assalto», «Coppola costruirà Rai City», «Coppola vuole regalarsi la Roma a Natale» Coppola ce l’ha con l’invidia sociale, con l’acrimonia che sente addosso perché – parole sue – è un arricchito. (Corriere della Sera)

La richiesta di custodia cautelare in penitenziario era stata avanzata dopo una sentenza al riguardo da parte della Cassazione. Ma soprattutto il fatto che non fosse al corrente della presunta "tentata estorsione", frutto di una email di un avvocato di cui sarebbe venuto a sapere soltanto successivamente. (MilanoToday.it)

L'iter giudiziario. Stando a quanto ricostruito, la Cassazione l'8 marzo (con motivazioni depositate il 13 aprile) ha confermato la decisione del Riesame (presidente del collegio Maria Cristina Mannocci) sulla misura cautelare che era invece stata negata dal gip Stefania Pepe. (Sky Tg24 )