"Siamo venuti qui a Mosca solo per le nostre aziende"

il Resto del Carlino INTERNO

Le polemiche quindi non scalfiscono la volontà degli imprenditori calzaturieri di puntare sul mercato russo?

Il futuro di ogni dipendente è nelle mani dell’imprenditore che però da solo non può tutto.

"Tutti hanno capito che non siamo degli opportunisti senza cuore, ma solo persone che vogliono garantire il lavoro e quindi la sussistenza a migliaia di famiglie

Forse non è chiaro a tutti, ma se noi non fossimo a Mosca oggi, all’Obuv, ne approfitterebbero i produttori turchi e cinesi in primis. (il Resto del Carlino)

La notizia riportata su altri giornali

In tempi di "operazione militare speciale" in Ucraina e di conseguenti sanzioni, quest'edizione primaverile della fiera internazionale di calzature e cuoio "Obuv' (la Repubblica)

Che prosegue: «Il buyer russo arriva nello stand e fa il suo lavoro così come noi facciamo il nostro «Il mercato russo c’è ancora ed è vivo. (corriereadriatico.it)

Dalla Regione e dalla Camera di Commercio sono arrivati aiuti parziali. "Già nelle primissime settimane dopo lo scoppio del conflitto, le conseguenze per le aziende del calzaturiero sono state evidenti. (il Resto del Carlino)

Lo stesso dicasi per le materie prime, soprattutto per quelle che dovrebbero servire al processo di elettrificazione. Una produzione messa alla prova. Se poi arriviamo a parlare del conflitto in atto, le conseguenze sono ancora più serie per il settore auto (Periodico Daily)

"Per noi il problema non si è posto perché siamo lì con nostri dipendenti italo-russi che non sono stati sottoposti a queste procedure" spiega Soldini. Per molti calzaturifici, soprattutto quelli marchigiani, il mercato russo rappresenta la gran parte del fatturato, si dice quasi l’80% (LA NAZIONE)

La clientela russa risponde a una domanda di beni di lusso e di fascia alta che è rimasta costante nel tempo”. In virtù di questo quasi 50 calzaturieri italiani hanno scelto di sovvertire il cordone sanzionatorio che circonda Mosca (Pambianconews)