Commerciante si dà fuoco perché senza green pass, Sgarbi: «Morti di Stato»

Corriere della Sera INTERNO

Un gesto disperato, il suo, dopo che era stato multato per la seconda volta in due giorni dai carabinieri che lo avevano trovato senza green pass e per questo la sera precedente avevano disposto la chiusura della sua attività.

A fargli eco altri post come «Maledetti voi e il vostro green pass» e frasi quali «Da tortura di Stato senza reato ora il green pass diviene omicidio di Stato»

Prognosi riservata Dato il quadro clinico l’aspirante suicida è stato trasferito nel frattempo dall’ospedale di Oderzo, dove era stato accolto in un primo momento, al centro grandi ustionati di Verona (Corriere della Sera)

Ne parlano anche altri media

Nella notte è stato elitrasportato da Oderzo a Verona: è ricoverato nell’ospedale di Borgo Trento in condizioni disperate (La Tribuna di Treviso)

Si è dato fuoco al centro di Oderzo (Treviso), davanti al suo negozio, perché i carabinieri lo avevano trovato senza green pass. Poi, una volta accesa la fiamma, ha corso per diverse decine di metri con le fiamme che gli avvolgeva il corpo. (Secolo d'Italia)

Orrore a Treviso, multato perchè senza green pass: 38enne si dà fuoco - A salvarlo sono stati i militari stessi che gli hanno notificato la sanzione: hanno utilizzato l’estintore per spegnere le fiamme (La Pressa)

Ora, secondo quanto dichiarato dal suo avvocato al quotidiano La Tribuna di Treviso, le sue condizioni sono definite disperate, le fiamme gli hanno quasi carbonizzato il viso e il torace. Così, dopo aver ricevuto la seconda multa ha evidentemente pensato che l’ingiustizia subita fosse troppo grande e ha scelto di compiere l’estremo gesto. (L'INDIPENDENTE)

La sanzione sarebbe stata dovuta al fatto che l'uomo era stato sorpreso nei giorni scorsi al lavoro senza Green pass Non sarebbe in pericolo di vita. (Gazzetta del Sud)

L’uomo, 37 anni, si era dato fuoco sabato poco prima delle 20 in via Roma a Oderzo, disperato perché, pare senza green pass (ma voleva farsi i vaccini, come segnalato dalla stampa locale), non poteva lavorare nel suo negozio di kebab. (Oggi Treviso)