Iraq, la carriera camaleontica di Muqtada al Sadr, vincitore delle elezioni parlamentari

Corriere della Sera ESTERI

Le sue squadre armate cominciarono ad aggredire le truppe americane e della coalizione alleata nelle regioni sciite del sud.

Sono comunque in tanti a sostenere che al Sadr abbia ormai maturato le qualità di negoziatore pragmatico disposto al dialogo con i nemici di ieri.

Ma nel 2011, all’inizio del ritiro di larga parte dell’esercito americano, ancora al Sadr cominciò ad aprire ai partiti di maggioranza. (Corriere della Sera)

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Dopotutto le accuse di brogli sono già state sollevate. Forse è per evitare «incidenti» simili che ieri il premier iracheno al-Kadhimi ha personalmente supervisionato la consegna delle urne alla Commissione elettorale. (Il Manifesto)

L’affluenza alle urne ha segnato il record negativo di tutta l’era post-Saddam: 41% (nel 2018 era stata del 44%) Ma lo stesso Sadr - figlio di un’illustre famiglia legata allo sciismo politico in Iran e in Libano - ha da tempo annunciato il disarmo del suo partito. (L'HuffPost)

In calo l'Alleanza per lo stato di diritto dell'ex premier Nouri al-Maliki, che avrebbe ottenuto 37 seggi. Una fonte anonima ha detto che l'alleanza dei partiti "sadristi" avrebbe ottenuto 73 seggi sui 329 del nuovo parlamento e si confermerebbe la formazione più votata. (AGI - Agenzia Italia)

Le prime stime danno Sairoon a 73 seggi su 329, una ventina di seggi in più rispetto elezioni del 2018. Anche in questo caso, l’ultimo giudizio lo dà l’affluenza, la strategia delle «elezioni riparatrici» non sembra aver funzionato (La Stampa)

In quell’occasione si levarono grandi proteste per tutto il Paese, a favore delle quali si schierò proprio il vincitore di oggi al Sadr. Le prime stime danno Sairoon a 73 seggi su 329, una ventina di seggi in più rispetto elezioni del 2018. (La Gazzetta di Mantova)

La creazione della compagine governativa potrebbe richiedere tuttavia settimane di negoziati politici senza che ci sia un chiaro leader all’orizzonte. Al-Sadr dovrà affrontare la feroce concorrenza dei rivali politici sciiti e degli estremisti filo-Iran che desiderano portare il paese in un’orbita più stretta a Teheran (Come Don Chisciotte)