Stellantis: accordo su Polo Torino (ma Fiom non firma)

Corriere della Sera ECONOMIA

Il piano, presentato al Mise l’11 ottobre, prevede la nascita a Mirafiori di un centro di competenza per l’elettrificazione del gruppo, con le piattaforme per la 500 elettrica e per i modelli Maserati.

I sindacati metalmeccanici hanno raggiunto l’accordo con Stellantis sulla riorganizzazione del Polo produttivo di Torino, ma la Fiom non ha firmato perché «sancisce la chiusura della Maserati di Grugliasco e perché manca un piano complessivo». (Corriere della Sera)

La notizia riportata su altri giornali

L’azienda ha deciso la chiusura dello stabilimento Maserati e il trasferimento della produzione a Mirafiori, dove da gennaio è prevista la partenza di un secondo turno sulla linea di montaggio della 500e. (Cronaca Qui)

«Nasce qui per ribadire ancora una volta il nostro legame con Torino, e con un territorio che racchiude uno dei patrimoni automotive più importanti al mondo», ha detto Ficili. Una lunga fila di 500 elettriche incrocia un gruppetto di Maserati Levante nuove di zecca. (La Stampa)

Prima di luglio e della sigla di oggi Mirafiori contava2850 tute blu. «Questa mattina la sigla dell’accordo di uscite incentivate e volontarie segue un piano di ristrutturazione che è in corso. (Corriere della Sera)

Una lunga giornata di trattative tra sindacati e Stellantis per chiarire tempi e modalità del trasferimento della produzione Maserati da Grugliasco a Mirafiori che si è conclusa con la sigla dell’accordo tra Fim, Uilm, Fismic, Uglm, Aqcfr ma con lo strappo della Fiom che non l’ha sottoscritto. (La Stampa)

“Senza un ricambio generazionale, da qui a dieci anni lo stabilimento si spegne da solo perché andranno tutti in pensione” – sottolinea il segretario. Una scommessa difficile da vincere con due soli modelli (Maserati Ghibli e Quattroporte) (Il Fatto Quotidiano)

Un centro, quindi, di competenza per l'elettrificazione del gruppo, con le piattaforme per la 500 elettrica e per i modelli Maserati. Quindi serve un piano generale che l'azienda non ha fornito", spiegano Simone Marinelli, coordinatore auto della Fiom nazionale ed Edi Lazzi, segretario della Fiom torinese. (La Repubblica)