Borsa Milano chiude forte su balzo greggio, bene Eni e Saipem, giù UniCredit

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E proprio negli Stati Uniti, 6,6 milioni di persone hanno chiesto di accedere ai sussidi di disoccupazione la scorsa settimana.

ENI centra un rialzo del 6,9%%, sostenuta anche dalla notizia che People's Bank of China ha l'1% del capitale.

BANCHE contrastate, mentre lo spread del rendimento fra i titoli decennali italiani e tedeschi chiude a quota 193.

Pirelli chiude in salita del 3,5% dopo il -6% circa di ieri. (Yahoo Finanza)

Su altre testate

Il presidente degli Stati Uniti ha ipotizzato un forte taglio delle produzione dell'Arabia Saudita e della Russia per sostenere le quotazioni del barile. La reazione a Piazza Affari ha portato Saipem a crescere dell’8,87% mentre Eni è balzata del 6,93% (a 9,846 euro dopo che nell'ultima ora di contrattazioni si era spinta anche oltre il muro dei 10 euro). (La Stampa)

Contrastati i bancari con Intesa Sanpaolo salita dello 0,21% dopo una giornata altalenante, calo dell’1,18% per Unicredit. Molto bene invece Mediobanca (+3,48%), tra i titoli più penalizzati del settore dall’inizio della crisi Covid-19 insieme a Unicredit. (Yahoo Finanza)

Rialzi generalizzati per tutte le principali aziende: a Piazza Affari Saipem recupera il 6,7% a 2,37 euro, Tenaris il 5,9% a 5,8 euro ed Eni il 5,8% a 9,7 euro, nuovamente vicino alla soglia dei 10 euro. (Borsa Italiana)

Di questi movimenti del mercato ha beneficiato anche Tenaris (che produce tubature, soprattutto per il petrolio e il metano) con un +4,59%. Fra i titoli del risparmio gestito scattano Azimut (+2,25%) e Poste Italiane (+5,14%). (La Nuova Venezia)

Stm -2,4% e peggiore del listino principale dopo che Oddo Bhf ha tagliato il giudizio da buy a neutral. Sull’obbligazionario, lo spread Btp/Bund a 10 anni segna 190 punti da 197 punti della seduta precedente, con il rendimento del titolo italiano che si attesta all’1,46%. (Finanza Report)

Bene Eni +1,7%, nonostante la debolezza del greggio. Il titolo è probabilmente sostenuto dalla comunicazione Consob secondo cui, a seguito dell’adozione della soglia dell’1% di possesso azionario oltre la quale vige l’obbligo di comunicazione al mercato, la People’s Bank of China (la banca centrale cinese) ha portato in trasparenza una quota dell’1,014% nel gruppo italiano dell’energia. (Investire Oggi)