Il «pacco» dei cannoni M109L che l'Italia ha consegnato all'Ucraina

Panorama INTERNO

Come stabilito dal Governo Draghi lo scorso anno, l’Italia ha consegnato all’Ucraina venti carri d’artiglieria M109L tra i circa 300 che erano stati depositati presso il centro di manutenzione di Lenta, nel vercellese. Tuttavia, qualche giorno fa il Financial Times ha riportato la notizia che nessuno dei primi venti mezzi forniti come parte dell'assistenza militare era pronto per essere usato. Si tratta delle versioni aggiornate a una ventina d’anni fa dei cannoni da 109 mm sviluppati sul progetto M155 di costruzione americana (Panorama)

Su altri giornali

Una notizia riportata dal Financial Times su informazione del consigliere della Difesa di Kiev, che riporta l'arrivo di 20 cannoni semoventi pronti per la rottamazione. Sembra l'esito di una tragicommedia, perlomeno il governo italiano sembra aver imparato dall'errore e parte del secondo lotto di cannoni inviato durante Pasqua è già operativo sul campo di battaglia. (Money.it)

Secondo quanto riferito da Radio Free Asia, la Cina ha aggiornato le sue regole di reclutamento militare per concentrarsi sui “preparativi per la guerra” e sull’arruolamento con breve preavviso di personale qualificato, una mossa secondo gli analisti dovuta alla necessità di Pechino di avere soldati pronti a combattere una guerra regionale ad alta tecnologia. (Periodico Daily)

La competitività delle industrie europee, il sostegno all‘Ucraina, una risposta europea comune in materia di migrazione e la salvaguardia dei valori democratici e dello stato di diritto, dipendono da decisioni europee comuni e sono le priorità della Presidenza svedese. (LaPresse)

Aveva sorpreso, fatto indignare o deridere la vicenda dei 20 obici non funzionanti che l’Italia ha consegnato a Kiev. Li ha mandati Draghi, è colpa degli americani. (Il Fatto Quotidiano)

La nota del ministro della Difesa: "Mai offerti proprio per il loro stato di manutenzione e vetustà, ma richiesti comunque da parte ucraina per essere revisionati e messi in funzione vista l'urgenza" (Adnkronos)

I pezzi d’artiglieria, a quanto sembra, facevano parte di un lotto giacente da diversi anni in un deposito all’aperto, erano stati rimessi parzialmente in pristino ma, per accelerare al massimo la consegna, avrebbero dovuto completare il processo di riparazione una volta giunti in Ucraina, tramite un kit di componenti fornite dagli Stati Uniti. (Armi e Tiro)