Sud Sudan: agguato al vescovo di Rumbek. Il presidente Kiir, "inaccettabile atto di violenza, inchiesta sia rapida"

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Il presidente Salva Kiir conclude auspicando “una pronta guarigione” al vescovo di Rumbek perché possa tornare dalla sua gente

“Se chi ha compiuto questo atto vergognoso lo ha fatto per intimidire la Chiesa hanno sbagliato – ha affermato -.

Per fare in modo che “non siano commessi altri atti simili contro il clero” il presidente del Sud Sudan ha chiesto alle autorità del Lake State di portare a termine “una rapida inchiesta” per individuare e consegnare alla giustizia i responsabili del crimine. (Servizio Informazione Religiosa)

Se ne è parlato anche su altre testate

La Chiesa sudsudanese ne esce distrutta ed è seriamente invitata, insieme alla Chiesa universale, a una seria riflessione su quanto è successo e su infiltrazioni di questo tipo fin nelle sue radici. Dodici persone sono state arrestate ieri mattina a Rumbek, in Sud Sudan, accusate di essere coinvolte nell’agguato al vescovo Christian Carlassare. (Nigrizia.it)

Uno di loro mi ha sparato due proiettili che sono finiti nella sedia dietro me». Per quanto riguarda la salute di padre Christian Nigrizia ha sentito Enzo Pisani, medico del Cuamm che ha raccontato: «Due colpi di fucile gli hanno attraversato i polpacci. (Farodiroma)

I mezzi navali della Guardia rivoluzionaria si sarebbero avvicinate troppo a quelli americani. L’equipaggio della Firebolt ha quindi sparato colpi di avvertimento e le navi si sono allontanate a una distanza di sicurezza dalle navi statunitensi” (LaPresse)

«Perdono chi mi ha sparato», sono state le prime parole di Carlassare, la cui ordinazione a vescovo è prevista per il prossimo 23 maggio. Restano ancora sconosciute – ricorda Vatican news – le possibili ragioni dietro all’attentato, 24 le persone finora arrestate perché sospette. (Diocesi di MIlano)

Dunque, la lenta attuazione dell'accordo di pace ha creato uno spazio vuoto riempito dalle tensioni regionali e aperto allo sfruttamento dei devastatori Purtroppo, circolano ancora troppe armi nelle mani di molti giovani nel Sud Sudan (Vatican News)

Il desiderio diventa senso di una vita, e si realizza nel 2005, quando va a imparare la lingua Nuer. Pensa alla sua amata «gente del Sud Sudan, che sta soffrendo molto per quanto accade». (La Stampa)