Tra il Ppe di Weber e la destra di Le Pen-Salvini, ecco perché le Europee rischiano di trasformarsi in una trappola per la premier Meloni

Tra il Ppe di Weber e la destra di Le Pen-Salvini, ecco perché le Europee rischiano di trasformarsi in una trappola per la premier Meloni
Il Sole 24 ORE INTERNO

È una campagna elettorale complicata per Giorgia Meloni. E non meno complicato sarà il dopo voto. La premier ha come principale obiettivo quello di rafforzare la sua posizione in Europa. Dal punto di vista dei numeri non c’è dubbio che il riscontro sarà positivo . Secondo gli ultimi sondaggi Fratelli d’Italia continua a navigare tra il 26-27% e anche se in flessione rispetto a un mese fa; i suoi deputati quasi quadruplicheranno passando dagli attuali 6 a 22-23. (Il Sole 24 ORE)

Ne parlano anche altre fonti

Le ultime proiezioni per capire come sarà il nuovo Parlamento europeo vedono la leadership salda del Partito popolare europeo. I sondaggi politici commissionati lo scorso 19 maggio da Euractive vedono infatti i Popolari in testa con il 22,9% dei consensi. (ilmessaggero.it)

Dopo anni di retorica secondo cui l’esistenza dell’Unione avrebbe “garantito mezzo secolo di pace”, il nuovo parlamento UE dovrà confrontarsi con il Programma europeo per l’industria della difesa (EDIP) già avviato dalla Commissione. (ByoBlu)

Poi c’è la questione delle candidature con un fuoco incrociato di critiche. (ByoBlu)

Europa, le destre verso la vittoria, ma non potranno “governare”

A partire dal Partito popolare (Ppe) e spostandosi verso destra invece c’è un grande lavorio, un po’ come in una volata di una corsa ciclistica, tutti stanno cercando le posizioni migliori per l’affondo finale. (EuNews)

Ieri l’altro, la decisione di Marine Le Pen di rompere il rapporto di collaborazione con gli estremisti tedeschi di Alternative für Deutschland (Adf) ha significato un passo fondamentale in vista della candidatura della versione potabile della destra europea alla guida dell’Unione, in coalizione con il Partito popolare europeo. (L'Opinione delle Libertà)

Resta il fatto che «i segnali di una trasformazione della mappa geopolitica, iniziati anni fa, si sono via via irrobustiti, fino a diventare di lunga durata e ad allargare il perimetro della loro influenza. (Corriere del Ticino)