Berlino ha deciso: i giganti dell'immobiliare dovranno essere espropriati

La Repubblica ESTERI

Soltanto due quartieri hanno votato contro: Berlino ha deciso a maggioranza che i grandi colossi dell’immobiliare dovranno essere espropriati.

Dopo anni di battaglie dei comitati di quartiere, di migliaia di sfrattati e di chi è stato respinto in periferia da una mostruosa bolla immobiliare che ha afflitto la capitale negli ultimi vent’anni, il 56,4% dei berlinesi ha votato a favore di un clamoroso referendum che, se accettato dalla Corte costituzionale, potrebbe costringere tutti i giganti del settore con oltre tremila appartamenti a cederli a una holding pubblica, la Anstalt des oeffentlichen Rechts (Aoer)

(La Repubblica)

La notizia riportata su altri media

Sin dalle prime battute dello spoglio, lo scarto a favore del sì, nel referendum che proponeva l’esproprio degli appartamenti sfitti di proprietà di società immobiliari, è sembrato abbastanza netto (56,4% contro il 39% di chi ha votato no). (idealista.it/news)

Leggi anche:. Referendum sull’esproprio dei grandi gruppi immobiliari: la vittoria dei promotori. (il Mitte)

Il risultato del referendum non è vincolante, ma pone alla nuova legislatura – e alla nuova sindaca della città Franziska Giffey – un problema ormai inaggirabile. Un referendum consultivo a Berlino apre il dibattito europeo sul caro affitti. (Open)

In un referendum descritto come “rivoluzionario” dai media tedeschi, i berlinesi hanno votato in maggioranza a favore dell’esproprio a colossi dell’immobiliare che posseggono oltre 3.000 appartamenti nella capitale, come Vonovia e Deutsche Wohnen. (L'HuffPost)

Il suggerimento su dove spendere soldi da parte della Deutsche Wohnen fa riferimento al forte debito pubblico della città di Berlino che ammonta a quasi 60 miliari di euro. (Il Fatto Quotidiano)

Attraverso un referendum che era stato promosso da Die Linke (partito della sinistra radicale), domenica i cittadini berlinesi, raggiungendo il quorum con il 56,9% dei voti, hanno confermato la vittoria del SÌ al referendum. (PRESSENZA – International News Agency)