Moderna o Pfizer per la terza dose vaccino? Dose dimezzata, sicurezza, efficacia: domande e risposte

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Tra i due vaccini disponibili non c’è, infatti, alcuna differenza visto che sono entrambi a Rna.

Secondo gli esperti, in realtà, il problema non sussiste.

Alle prese ormai con la prenotazione della terza dose anticovid per continuare a proteggersi dal Sars cov 2, per molti resta però un dilemma: il booster è meglio farlo con Moderna o con Pfizer?

(Il Gazzettino)

Se ne è parlato anche su altri media

Antonella Viola, immunologa, ha parlato della terza dose di vaccino anti-Covid, sottolineando che è possibile anche somministrare un siero diverso. Terza dose, Antonella Viola: “Pfizer o Moderna vanno entrambi bene”. (Notizie.it)

Faust ha affermato che lo studio risale alla prevalenza della variante di Omicron, ma ha condiviso campioni con l’Agenzia per la sicurezza sanitaria del Regno Unito per generare dati su Omicron Lo studio ha scoperto che la dose completa o la mezza dose di Pfizer o la dose intera di Moderna hanno fornito lo stimolo più efficace sia per i livelli di anticorpi che di cellule D. (TeleAlessandria)

Le due dosi hanno mostrato dopo 6 mesi in diversi studi una protezione rispettivamente del 79% (Az) e del 90% (Pfizer) rispetto a ricovero e morte Gli studi scientifici dimostrano come ben sei vaccini si siano dimostrati sicuri ed efficaci se utilizzati come terza dose dopo Pfizer e AstraZeneca. (Quotidiano di Sicilia)

“I vaccini attualmente disponibili non saranno efficaci contro la nuova variante” ha invece sentenziato Stéphane Bancel, CEO di Moderna in occasione di una intervista rilasciata al Financial Times di Stefano Pezzola. (ArezzoWeb)

“Tuttavia, ci sono state marcate differenze nelle reazioni, a seconda del vaccino scelto”, osservano gli autori. I pazienti dello studio sono stati vaccinati con AstraZeneca o Pfizer/BioNtech. (laredazione.eu)

Tuttavia, sebbene Valneva abbia potenziato gli anticorpi nelle persone inizialmente vaccinate con AstraZeneca, non ha fornito una spinta a Pfizer. Lo studio ha scoperto che i colpi di richiamo hanno anche contribuito a generare un’ampia risposta delle cellule T contro le varianti beta e delta, che possono svolgere un ruolo chiave nella protezione a lungo termine. (Buzznews portale di notizie)