Jojo Rabbit, una fiaba surreale contro i totalitarismi

Tutta la prima parte di Jojo Rabbit è una bomba di ritmo e trovate a sorpresa.

Jojo Rabbit è la storia di Jojo, bambino indottrinato dalla propaganda nazista fino al midollo che vive a Berlino con la mamma nei giorni del crollo del terzo Reich e dell’invasione degli alleati.

L’idea centrale di Jojo Rabbit infatti non è tanto l’amico immaginario ma fare di una tipica storia di nazismo un film di formazione o coming of age. (Wired Italia)

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Arriva nelle sale italiane il 16 gennaio “Jojo Rabbit”, l’ultimo film del regista, attore e comico neozelandese Taika Waititi. “Jojo rabbit”: la trama. Jojo Betzler (Roman Griffin Davis) è un bambino tedesco di 10 anni che tutti chiamano “Rabbit” e che, sebbene sia dolce e timido, durante la II Guerra Mondiale entra nella Gioventù hitleriana. (Sky Tg24 )

Dopo un incidente durante l’addestramento, il giovane scopre, però, che sua madre Rosie (Scarlett Johansson) dà rifugio ad una ragazza ebrea, Elsa (Thomasin McKenzie). (Zerkalo)

Jojo, un bambino cresciuto dalla sola madre, ha come unico alleato il suo amico immaginario Adolf Hitler. Vincitore del Premio del Pubblico al Toronto International Film Festival, arriva nelle sale italiane a partire da giovedì 23 gennaio l'applaudito Jojo Rabbit, scritto e diretto da Taika Waititi. (Awards Today)

Un po’ come Jojo, oggi, sono i giovanissimi a essere attratti dall’estrema destra, a quanto pare non solo in Italia, ma anche agli antipodi. A interpretarlo è lo stesso regista, noto soprattutto per aver diretto gli ultimi due film della trilogia di Thor. (iCrewPlay.com)

Sempre impacciato, viene appunto chiamato Jojo Rabbit – coniglio – per sottolineare, con la crudeltà di certi bambini sostenuti dagli adulti in divisa nazista, le sue difficoltà. Prev 1 of 14 Next. SINOSSI. (361 Magazine)

Il regista Taika Waititi (Thor: Ragnarok) ha spiegato però che premio più importante è racchiuso nelle parole che gli ha rivolto a fine film la figlia di due deportati ad Auschwitz. Quasi la metà della popolazione americana e sei millennial su dieci ignorano la storia della deportazione nazista, quindi mi pare evidente l'urgenza di raccontarla». (Leggo.it)