Università, Mattarella “Luogo di libero dibattito al di sopra stati”

TuttOggi INTERNO

(ITALPRESS) – “Le Università sono sempre state, oltre che sede di approfondimento e trasmissione del sapere, luogo del libero dibattito, della critica e anche del dissenso nei confronti del potere. Dibattito, critica e dissenso collegati tra gli atenei di tutti i paesi, al di sopra dei confini e al di sopra dei contrasti tra gli stati”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenendo alla cerimonia di conferimento della laurea Magistrale Honoris Causa in Giurisprudenza da parte dell’università degli studi di Trieste (TuttOggi)

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Tuttavia rinunciare alla collaborazione con altri atenei è sbagliato perché, se si rinuncia al dialogo anche con università di Paesi impegnati in crisi o conflitti, si rischia di aiutare il potere, «quello peggiore». (il manifesto)

Laurea honoris causa dell'ateneo di Trieste al capo dello Stato (LAPRESSE)

TRIESTE «Slovenia e Italia hanno saputo abbattere barriere e ostacoli lungo il percorso compiuto in questi trent’anni, riuscendo a superare la nozione stessa di confine. Al suo posto c’è l’Europa, spazio comune di integrazione, di dialogo, di diritti, di una cultura condivisa che si nutre delle diversità e ne fa punto di forza». (Il Piccolo)

Per Mattarella è stata l’occasione per tenere un autentico discorso di pace, intesa non certo come parola vuota e vacua, non esente dalla retorica, ma come autentico progetto calato a sua volta nel cantiere di costruzione europea. (L'Eco di Bergamo)

Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ricevendo all'Università degli Studi di Trieste la laurea magistrale ad honorem in giurisprudenza insieme a Borut Pahor, già presidente della Repubblica di Slovenia. (il Dolomiti)

Le università sono la culla della libertà di pensiero, da sempre esprimono il «dissenso anche contro il potere» e devono essere libere di continuare a farlo, ma chiudere la collaborazione con altri atenei è sbagliato perchè, se si taglia il dialogo anche con università di Paesi impegnati in crisi o conflitti, si rischia di ottenere l'effetto opposto, cioè quello di aiutare il potere, «quello peggiore». (Il Sole 24 ORE)