Scandalo: la Cortellesi meritava di più dai David di Donatello

Scandalo: la Cortellesi meritava di più dai David di Donatello La rubrica dello psicologo, a cura di Cesare Ammendola La tocco piano: non ne hanno azzeccata una neppure per sbaglio. Battute a parte, la mia idea, di cui anche io potrei fare tranquillamente a meno, è netta. In questa edizione dei David di Donatello 2024, al di là delle apparenze, il film di Paola Cortellesi “C’è ancora domani” (che io ho amato tiepidamente), ha ricevuto meno di quanto avrebbe meritato. (RagusaOggi)

Se ne è parlato anche su altre testate

Classifiche consigliate Francesco Alò commenta l’edizione 2024 dei David di Donatello, nella quale Io capitano ha battuto C’è ancora domani con 7 premi contro 6. (BadTaste.it Cinema)

È così, con questo dualismo, che convive da 15 anni Kouassi Pli Adama Mamadou, quarantenne, attivista e leader del movimento migranti e rifugiati di Caserta, premiato ai David di Donatello per il film “Io Capitano” del regista Matteo Garrone, che a lui si è in parte ispirato per raccontare questa storia. (ilmattino.it)

A dimostrare che questa 69a edizione dei David di Donatello fosse di segno femminile, basterebbe il fatto che a correre con ben diciannove candidature ci fosse il filmdiretto da una donna, l’esordiente Paola Cortellesi, con protagonista una donna e i diritti delle donne. (Il Centro)

"La serata - afferma - così come la mattina al Quirinale dal Presidente Mattarella, è stata una prova di vitalità del cinema italiano e della sua capacità di essere protagonista dei nostri tempi". Un momento di "vibrante vitalità", rappresentato dalla presenza di film "molto belli che avrebbero potuto tutti vincere". (Adnkronos)

Maricetta Lombardo, classe 1964, agrigentina, ha vinto il David di Donatello per il miglior suono in presa diretta nel film più premiato, “Io capitano” di Matteo Garrone, regista con il quale ha già conquistato altri due David con Gomorra e Dogman. (La Repubblica)

Officiata dal presidente di sinistra che ha fatto un discorso apparentemente istituzionale, in realtà molto chiaro per chi ha voglia di intendere: il cinema è faccenda di sinistra, altre voci, altre ispirazioni non rilevano, non vanno calcolate, e in quanto di sinistra il cinema deve essere lasciato libero – nessun controllo, dice Mattarella, almeno in questa circostanza – di sviluppare la sua propaganda, si capisce adeguatamente sovvenzionato dallo Stato che anche in questo modo alimenta se stesso. (Nicola Porro)