Mamadou Kouassi, l'attivista che ha ispirato 'Io Capitano'

Kouassi Pli Adama Mamadou, quarantenne originario della Costa d'Avorio, è un attivista e leader del movimento migranti e rifugiati di Caserta. Arrivato in Italia nel 2009, Mamadou ha vissuto un percorso di inclusione che lo ha portato a diventare una figura di riferimento nella comunità che lo ha accolto.

Un viaggio verso l'inclusione

Mamadou ha lasciato la Costa d'Avorio per cercare una vita migliore. Salvato dalla Guardia Costiera italiana, ha intrapreso un percorso di inclusione che lo ha portato a trovare lavoro in Italia. La sua storia è un esempio di come l'integrazione possa essere possibile e di come le comunità possano arricchirsi grazie all'apporto di persone provenienti da culture diverse.

Riconoscimento al David di Donatello

La storia di Mamadou ha ispirato il regista Matteo Garrone per il film "Io Capitano", che ha vinto il David di Donatello 2024 come miglior film. Dal palco dei David di Donatello, Mamadou ha ringraziato la città di Caserta per l'accoglienza e ha espresso la sua gratitudine verso le organizzazioni non governative che salvano vite in mare e in terra e costruiscono ponti di giustizia sociale.

Un appello per la pace

Nel suo discorso, Mamadou ha anche lanciato un appello per la fine della guerra in Palestina, dimostrando il suo impegno non solo per i diritti dei migranti, ma anche per la pace nel mondo.

Amicizie sul set

Durante le riprese del film, Mamadou ha stretto amicizia con Paola Cortellesi e Emanuela Fanelli. Questa amicizia, nata sul set, è diventata profonda e sincera, come hanno raccontato le due attrici. Un legame che ha contribuito a rendere ancora più autentico il film e che dimostra come l'arte possa unire persone di diversa provenienza e cultura.

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