Donne vittime di violenza, Anief: oggi fermiamoci tutti e piangiamo per un’altra vita spezzata. Da domani scuola, famiglie e tutta la comunità lavorino insieme per cambiare le cose

Orizzonte Scuola INTERNO

Donne vittime di violenza, Anief: oggi fermiamoci tutti e piangiamo per un’altra vita spezzata. Da domani scuola, famiglie e tutta la comunità lavorino insieme per cambiare le cose Di Oggi alle 11:00 tutte le scuole d’Italia si sono fermate per rispettare un minuto di silenzio in memoria di Giulia e di tutte le donne vittime di violenza. Marcello Pacifico (ANIEF): “Oggi piangiamo per un’altra vita spezzata in nome dell’amore, un amore malato che di amore non ha proprio niente. (Orizzonte Scuola)

La notizia riportata su altre testate

Un numero che ritorna: Giulia Cecchettin ha provato a salvarsi e a sottrarsi a una lotta che è durata proprio 22 minuti, interminabili. Giulia Cecchettin ha lottato fino all’ultimo, con tutte le sue forze, per sopravvivere alla furia omicida dell’ex fidanzato Filippo Turetta. (Virgilio Notizie)

Piazza San Francesco, nel cuore di Ravenna, ieri sera era piena di persone. Una piazza riunita, in memoria di Giulia Cecchettin, la studentessa dell’Università di Padova, uccisa dall’ex fidanzato. E sono stati proprio gli studenti ravennati, con un’iniziativa spontanea, a darsi appuntamento in piazza. (ravennanotizie.it)

Un amore di quelli rari, profondi, che dura da 67 anni. La storia di Paolo e Adele è un qualcosa da incorniciare, in un momento storico così triste dove le coppie diventano trappole e dove molto spesso a pagarne le conseguenze sono soprattutto le donne e i bambini. (Frosinone News)

Il ricordo di Giulia Cecchettin vive e si fa sentire nel “minuto di rumore” osservato da tantissimi studenti milanesi. (IL GIORNO)

Vigonovo, la gigantografia di Giulia Cecchettin sulla facciata del municipio (La Stampa)

Ma tu sei sicura che tuo figlio non potrebbe fare come Filippo? Madre di due figli maschi (ma spero/immagino se lo chiedano anche i padri) ho la naturale tentazione di dire no. E quale genitore potrebbe dire il contrario? Lo pensano tutti i genitori. (La Stampa)