A Milano il mondo del volley si è ritrovato per l'ultimo saluto a "Titu", Julia Ituma: le immagini

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Folla commossa questa mattina nella chiesa di San Filippo Neri alla Bovisa di Milano per il funerale di Julia Ituma, la diciottenne giocatrice della Igor Novara, morta mercoledì scorso a Istanbul. Tantissimi i personaggi del mondo del volley italiano a stringersi nel dolore di mamma Elisabeth. Foto Paolo Migliavacca (La Stampa)

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Profonda commozione, alla chiesa San Filippo Neri della Bovisasca (Milano) per il funerale di Julia Ituma, la giovane pallavolista tragicamente morta a Istanbul nella notte tra il 12 e il 13 aprile. Era presente anche il ministro dello Sport Andrea Abodi. (ilGiornale.it)

Sono state le parole dell'arcivescovo di Milano Mario Delpini a sintetizzare più di ogni altra cosa l'atmosfera che si è respirata questa mattina alla Chiesa di San Filippo Neri, nel quartiere milanese della Bovisasca, dove è stato celebrato il funerale di Julia Ituma, la campionessa 18enne della Igor Volley morta tragicamente a Istanbul nella notte tra il 12 e il 13 aprile scorsi. (AGI - Agenzia Italia)

Le tante persone hanno circondato i familiari per una parola e un abbraccio, impedendo loro di fatto di poter uscire subito dalla chiesa. (Il Fatto Quotidiano)

Stasera, invece, al PalaFenera di Chieri si cercherà di voltar pagina, di ricominciare a giocare pur sempre con Titu nel cuore. Proprio come hanno fatto domenica le ragazze dell’Under 16 dell’Agil che partecipano al campionato di serie C: sono state le prime della società novarese a scendere in campo dopo la tragica morte di Ituma e lo hanno fatto giocando tutte con il numero 15, la maglia di Julia, e con il nome Titu scritto a pennarello sulla gamba sinistra. (La Repubblica)

Avrete saputo della doppia uscita del ministro Lollobrigida: quella infelicissima sui rischi di «sostituzione etnica» e quella apprezzabile ma velleitaria sull’incentivazione delle nascite, come se il tasso di natalità dipendesse soltanto dall’economia e non anche dalla psicologia: un popolo smette di riprodursi quando smette di avere fiducia nel futuro (successe già ai tempi della Roma imperiale, e se non riuscì Augusto a invertire la tendenza, difficile che ce la faccia lui). (Corriere della Sera)

«Viviamo in una società che corre troppo veloce e bada solo al risultato; che ogni tanto sente, ma molto meno ascolta. E questo accade anche nello sport, a maggior ragione nell’alto livello dove devi confrontarti con pressioni quotidiane che sono anche molto cambiate rispetto a quelle a cui era abituata la mia generazione». (IlNapolista)