Dissesto idrogeologico, progetti a rilento e 8 miliardi dirottati altrove

Il Sole 24 ORE INTERNO

C’era una volta un piano per il dissesto idrogeologico, approvato per importanti stralci: aveva collegato un fondo nazionale di 8,5 miliardi ed era stato affidato a una struttura centralizzata a Palazzo Chigi chiamata «Italia sicura» che è stata la sola a mettere un po’ di ordine nel grande Far West della difesa del suolo in Italia. A guidarla tecnici del calibro di Erasmo D’Angelis e Mauro Grassi. (Il Sole 24 ORE)

Se ne è parlato anche su altri giornali

I dati arrivano dall’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino settentrionale, ente controllato dal ministero dell’Ambiente che si occupa di predisporre le mappe di pericolosità da alluvioni e frane, nonché di pianificare gli interventi che servono per mitigare il rischio. (LA NAZIONE)

E tutto ciò nonostante l’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) già dal 2018 avesse classificato l’isola come ad alto rischio di dissesto (Il Fatto Quotidiano)

Giornata napoletana per il capo dipartimento della Protezione civile Fabrizio Curcio. (ilmattino.it)

Dopo la tragedia di Ischia, torna d’attualità la fragilità del territorio nazionale. (Chiaro Quotidiano)

Ispra: nella regione 2,5 milioni di persone vivono in luoghi che potrebbero essere allagati. «Le cause sono urbanizzazione, abbandono delle zone rurali e cambiamento climatico» L’83 per cento dei comuni veneti è a rischio idrogeologico. (Il Mattino di Padova)

Le immagini di Ischia sono forti, raccontano di un territorio fragile, appeso alla potenza degli elementi. E il Friuli Venezia Giulia, con le sue montagne e i suoi paesi abbarbicati sui pendii, purtroppo non fa eccezione. (ilgazzettino.it)