Il crocifisso in classe, la Cassazione: la scuola decida in autonomia, ma senza obbligo - Notizie Scuola

Tecnica della Scuola INTERNO

Soddisfazione dell’Uaar per l’accoglimento “del ricorso da lei patrocinato e che ha finalmente sancito la non compatibilità del crocifisso con lo stato laico”.

L’obbligo di esporre il crocifisso è espressione di una scelta confessionale

Le sezioni unite civili scrivono infatti che “l’esposizione autoritativa del crocifisso nelle aule scolastiche non è compatibile con il principio supremo di laicità dello Stato. (Tecnica della Scuola)

Ne parlano anche altri media

Il rammarico per il professor Metastasio è che “questa sentenza arrivi ben 13 anni dopo i fatti” “Peccato che i giudici non abbiano ancora mostrato coraggio sotto il profilo della questione discriminatoria verso le altre religioni”, ha sottolineato. (Tecnica della Scuola)

Cassazione, in caso di richiesta anche simboli di altre religioni. E’ il commento di mons. Stefano Russo, segretario generale della Cei, alla sentenza della Cassazione, pur riservandosi di leggerla nella sua integralità. (MilanoPost)

E’ come nelle relazioni umane: per intessere relazioni sane occorre prima conoscersi per poi conoscere gli altri». «Spiace che il crocifisso, nonostante il nobile significato cui rimanda, sia, di tanto in tanto, fatto oggetto di sterili polemiche e inutili contese - dichiara Suor Monia -. (leggo.it)

Posiziona il player nel punto in cui vuoi terminare la selezione e poi premi la spunta di Termina. Condividi. Inizia. Puoi selezionare il secondo di avvio del contenuto che vuoi condividere. (Radio Radicale)

La Cassazione ha detto “Sì al crocifisso in aula. “L’aula può accogliere la presenza del crocifisso – si legge nella sentenza 24414 – quando la comunità scolastica interessata valuti e decida in autonomia di esporlo, eventualmente accompagnandolo con i simboli di altre confessioni presenti nella classe e in ogni caso ricercando un ragionevole accomodamento tra eventuali posizioni difformi”. (Papaboys 3.0)

Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione hanno affermato che la disposizione del regolamento degli anni venti del secolo scorso – che tuttora disciplina la materia, mancando una legge del Parlamento – è suscettibile di essere interpretata in senso conforme alla Costituzione. (PaeseRoma.it)