“La Cina si sta preparando alla Terza Guerra Mondiale”, anche con il covid19

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«in un modo mai visto prima».

Gli scienziati hanno esaminato la manipolazione delle malattie «in un modo mai visto prima».

Gli scienziati cinesi si starebbero preparando per una ipotetica terza guerra mondiale combattuta con armi biologiche e genetiche compreso il coronavirus.

Il deputato USA Tom Tugendhat della commissione per gli affari esteri ha affermato che il documento rappresenta una «grande preoccupazione». (BlogSicilia.it)

Se ne è parlato anche su altre testate

Fonte Il Tempo Stampa. Cina si stava preparando per combattere una terza guerra mondiale con armi biologiche, compresi i coronavirus. (Salernonotizie.it)

Il testo completo di questo contenuto a pagamento è disponibile agli utenti abbonati Gli scienziati cinesi «si stanno preparando per una terza guerra mondiale combattuta con armi biologiche e genetiche e viene incluso il coronavirus»: succede da sei anni circa, stando a un documento (segreto fino a pochi giorni fa) appena ottenuto dagli investigatori statunitensi. (ilmattino.it)

Le agenzie di intelligence sospettano che il Covid-19 possa essere il risultato di una fuga involontaria dal laboratorio di Wuhan Gli scienziati cinesi «si stanno preparando per una terza guerra mondiale combattuta con armi biologiche e genetiche incluso il coronavirus»: succede da sei anni circa. (Imola Oggi)

Nel dossier si leggerebbe che queste sarebbe le “armi determinanti per la vittoria”, sottolineando le condizioni perfette per liberarle nell’ambiente e gli effetti che potrebbero avere sui Paesi nemici. (QuiFinanza)

COVID ARMA SEGRETA CINA: “GRANDI PREOCCUPAZIONI, ARMI PERICOLOSE”. POTREBBE INTERESSARTI → Farmaco blocca covid scoperto a Padova: “Abbatte le ospedalizzazioni”. A Pechino, sempre in base al documento pubblicato da The Australian, starebbero lavorando anche su agenti patogeni rilasciati di notte o all’alba, che farebbero collassare il «sistema medico del nemico». (Computer Magazine)

Le autorità taiwanesi, al contrario, concordano che la loro isola faccia parte della Cina, ma non della Repubblica Popolare Cinese. Ormai, per gli Stati Uniti, non è più possibile rimandare la questione taiwanese nascondendosi dietro a un’ambiguità di facciata (InsideOver)