Cina prepara la terza guerra mondiale? 007 Usa: «Virus e armi biologiche per combatterla»

Il Messaggero ESTERI

Exclusive: Chinese military scientists discussed weaponising SARS coronaviruses five years before the COVID-19 pandemic in a document that also predicted a third world war would be fought with biological weapons.

Covid, «la Cina sapeva che il mercato di Wuhan era a rischio di malattia 5 anni prima della pandemia».

Scienziati e funzionari sanitari dell'Esercito popolare di liberazione hanno dato vita alla manipolazione delle malattie per produrre armi «in un modo mai visto prima». (Il Messaggero)

Ne parlano anche altri media

Covid, il piano della Cina per la Terza Guerra Mondiale: cosa è emerso. Il documento degli scienziati dell’Esercito Popolare di Liberazione sinico parlerebbe di manipolazioni genetiche dei virus con tecniche “mai viste prime” e una guerra mondiale combattuta sul piano delle tecnologie genetiche. (QuiFinanza)

Gli scienziati cinesi «si stanno preparando per una terza guerra mondiale combattuta con armi biologiche e genetiche e viene incluso il coronavirus»: succede da sei anni circa, stando a un documento (segreto fino a pochi giorni fa) appena ottenuto dagli investigatori statunitensi. (ilmattino.it)

Stampa. Cina si stava preparando per combattere una terza guerra mondiale con armi biologiche, compresi i coronavirus. Fonte Il Tempo (Salernonotizie.it)

Ormai, per gli Stati Uniti, non è più possibile rimandare la questione taiwanese nascondendosi dietro a un’ambiguità di facciata Quando nel 1949 Mao Zedong fondò la “nuova Cina”, la Repubblica Popolare Cinese, i nazionalisti del Kuomintang, guidati dal generale Chiang Kai-shek, fuggirono a Taiwan. (InsideOver)

Gli scienziati cinesi «si stanno preparando per una terza guerra mondiale combattuta con armi biologiche e genetiche incluso il coronavirus»: succede da sei anni circa. La prova che Pechino ha considerato il potenziale militare dei Covid-19 dal 2015 ha sollevato nuovi timori sull’esplosione della pandemia. (Imola Oggi)

La questione è arrivata fino al parlamento britannico, e Tom Tugendhat, presidente della commissione Affari esteri, ha commentato «Questo documento solleva grandi preoccupazioni. (Computer Magazine)