Lavoratori in nero, turni massacranti, ricatti sessuali: lo scandalo dello stabilimento acque di Posina

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Accertato anche l’impiego di un minore (classe 2003), per il quale erano stati inseriti dati falsi nella richiesta di attribuzione del codice fiscale all’Agenzia delle Entrate al fine di farlo figurare come maggiorenne e farlo assumere in fabbrica.

In due occasioni, il caporale aveva imposto o tentato di imporre prestazioni sessuali a dipendenti neo-assunti, sotto minaccia di licenziamento.

con sedi in Lombardia ma, di fatto, impiegati all’interno di una società vicentina, attiva nel settore dell’imbottigliamento di acqua minerale e di bibite analcoliche, che lamentavano reiterate condotte di sfruttamento del lavoro. (ilgazzettino.it)

Su altri media

Hanno descritto lo stato di sfruttamento subito e qualcuno ha vinto anche il pudore di raccontare di abusi sessuali. Così come tanti altri, che avevano ‘osato’ ribellarsi a quelle disumane condizioni di lavoro e che potevano rappresentare una minaccia. (altovicentinonline.it)

25-quinquies e 25-duodecies del D.Lgs In due occasioni, il caporale aveva imposto o tentato di imporre prestazioni sessuali a dipendenti neo-assunti, sotto minaccia di licenziamento. (VicenzaToday)

A condurre la prima fase di investigazione sul caso è la tenenza della Guardia di Finanza di Schio, dopo aver raccolto le testimonianze dirette dei tre lavoratori stranieri, per ricostruire i contorni vicenda che li riguarda da vicino, per poi “scoperchiare” altre condotte illecite. (L'Eco Vicentino)

Anche la S.p.A. è stata segnalata all'autorità giudiziaria per la responsabilità amministrativa dell'Ente dipendente dai reati, presupposto dell'intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, del favoreggiamento dell'ingresso illegale nel territorio dello Stato e dell'impiego di manodopera clandestina (Collettiva)

"La società si è correttamente prestata a corrispondere quanto dovuto alla cooperativa in base al lavoro affidatole e svolto, senza inserirsi minimamente nella selezione, nell'organizzazione e nella gestione dei lavoratori - conclude Fonti di Posina - Il presidente del C. (VicenzaToday)

Venivano forniti loro, dietro pagamento, documenti di identità comunitari, spesso falsi, e venivano adibiti a carrellisti, a prescindere dal possesso o meno del patentino per muletto Lavoravano sotto la costante minaccia di un ingiusto licenziamento, quella usata dal caporale anche per imporre (o tentare di imporre) ai neo assunti delle prestazioni sessuali. (Corriere della Sera)