Morto Diavolo, comandate partigiano della Resistenza: avrebbe compiuto 101 anni a novembre

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Avrebbe compiuto 101 anni il prossimo novembre.

È morto ieri sera a Correggio (Reggio Emilia) Germano Nicolini, comandante partigiano, uno dei protagonisti della Resistenza in Emilia, noto con il nome di battaglia di ‘Diavolo'.

Dopo la guerra fu accusato dell'omicidio di don Umberto Pessina e solo negli anni Novanta fu completamente scagionato dalle accuse, dopo la riapertura del processo.

La vita del comandate ‘Diavolo'. (Fanpage.it)

Ne parlano anche altre fonti

Le diverse anomalie che caratterizzarono il processo sono rintracciabili negli atti giudiziari, in gran parte pubblicati nel memoriale di Nicolini Nessuno vuole la verità. Aveva molto rispetto per Germano Nicolini, al contrario della corte». (Next Stop Reggio)

Dopo la guerra fu accusato dell'omicidio di don Umberto Pessina e solo negli anni Novanta fu completamente scagionato dalla riapertura del processo. Nel Dopoguerra divenne sindaco di Correggio (Comune che aveva liberato) ma venne arrestato nel '47, accusato per l'omicidio di don Umberto Pessina e poi condannato a 22 anni. (Il Messaggero)

Tornato in Emilia si dà alla macchia ed organizza la Resistenza armata, diventando Comandante del 3° battaglione della Brigata "Fratelli Manfredi". Per quasi mezzo secolo Nicolini grida la sua innocenza e chiede, inascoltato, che lo si aiuti per la revisione del processo. (Adnkronos)

Così Diavolo e altri due partigiani, Antonio Prodi, detto Negus, ed Ello Ferretti, Fanfulla, furono scagionati e infine assolti nel processo di revisione celebrato a Perugia.Lo scorso anno, in una lunga intervista all'Ansa, disse: "Perdonarli? Catturato a Roma dai tedeschi, fuggì dalla prigionia ed entrò nel battaglione Sap della brigata Fratelli Manfredi di cui diventò comandante. (La Repubblica)

– E’ morto il comandante Diavolo Germano Nicolini, uno dei protagonisti della Resistenza in Emilia. Aveva molto rispetto per Germano Nicolini, al contrario della corte”. (ReggioSera.it)

Correggio - Catturato a Roma dai tedeschi, fuggì dalla prigionia ed entrò nel battaglione Sap della brigata Fratelli Manfredi. Fu catturato a Roma dai tedeschi, ma fuggì dalla prigionia ed entrò nel battaglione Sap della brigata Fratelli Manfredi di cui diventò comandante. (Tuscia Web)