Resistenza: è morto Germano Nicolini, comandante Diavolo

L'HuffPost INTERNO

Catturato a Roma dai tedeschi, riuscì a fuggire ed entrò nella brigata Sap Fratelli Manfredi di cui fu comandante.

Solo nel 1994 emerse chi era il vero colpevole e fu, infine, assolto nel processo di revisione della Corte di appello di Perugia.

Fai buon viaggio Comandante Diavolo.

Così su Fb il presidente dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini saluta Germano Nicolini, noto con il nome di battaglia di “Diavolo”, comandante partigiano, morto a quasi 101 anni nella sua casa di Correggio, nel reggiano. (L'HuffPost)

La notizia riportata su altri media

Nicolini riacquista tutti i diritti, gli viene riconsegnata la Medaglia d'Argento al Valor Militare per il suo impegno nella lotta partigiana contro il nazifascismo. Per quasi mezzo secolo Nicolini grida la sua innocenza e chiede, inascoltato, che lo si aiuti per la revisione del processo. (Adnkronos)

Dopo la guerra fu accusato dell'omicidio di don Umberto Pessina e solo negli anni Novanta fu completamente scagionato dalla riapertura del processo. È morto Germano Nicolini, comandante partigiano e protagonista della Resistenza in Emilia. (Il Messaggero)

Non venne dato il giusto valore alle testimonianze che asserivano che Nicolini giocava a bocce in un paese vicino. Nicolini venne accusato di essere dapprima esecutore materiale del delitto, poi suo mandante. (Next Stop Reggio)

Ci ha lasciato a 101 anni (era nato a Fabbrico – Reggio Emilia – il 26 novembre 1919) Germano Nicolini ‘Diavolo’ comandante partigiano del terzo battaglione della 77esima Brigata Sap ‘Fratelli Manfredi’”. (Tuscia Web)

Così Diavolo e altri due partigiani, Antonio Prodi, detto Negus, ed Ello Ferretti, Fanfulla, furono scagionati e infine assolti nel processo di revisione celebrato a Perugia. La vicenda giudiziaria di Germano Nicolini viene raccontata da Davide Ferrario e Daniele Vicari nel documentario Comunisti del 1998. (ReggioSera.it)

E' morto il "Diavolo". Catturato a Roma dai tedeschi, fuggì dalla prigionia ed entrò nel battaglione Sap della brigata Fratelli Manfredi di cui diventò comandante. (La Repubblica)