Italia-Ucraina: i 20 cannoni m109l offerti dal lato italiano sono stati richiesti dall’Ucraina e dovevano essere revisionati dagli USA così da poter essere adeguatamente usati.

La Voce del Patriota INTERNO

Come ribadito più volte dal Governo e dallo stesso Presidente del Consiglio il sostegno dell’Italia alla causa ucraina è fermo e indiscusso. Recentemente, sembra che il Financial Times abbia proposto un articolo proprio sul sostegno all’Ucraina, riportando una dichiarazione di un consigliere del ministero della Difesa ucraino, secondo il quale “Non tutte le armi che sono state consegnate all’Ucraina sono in buone condizioni”, facendo riferimento anche ad alcuni armamenti inviati dall’Italia. (La Voce del Patriota)

Se ne è parlato anche su altri media

Le parole di Jan Björklund in un intervento su Relazioni Internazionali di Tribuna Politica ed Economica. “Il compito principale della Presidenza svedese è lavorare nell’interesse dell’intera Unione. (LaPresse)

La Cina aggiorna le regole sul reclutamento militare. (Periodico Daily)

"Alcuni quotidiani italiani hanno ripreso un articolo del Financial Times secondo il quale un anonimo consigliere del Ministro della Difesa ucraino avrebbe espresso disappunto per la qualità di alcune forniture militari, inviate da vari Paesi, per aiutare l’Ucraina. (Adnkronos)

Una notizia riportata dal Financial Times su informazione del consigliere della Difesa di Kiev, che riporta l'arrivo di 20 cannoni semoventi pronti per la rottamazione. L'Italia fornisce armi all'Ucraina, tra dibattiti e polemiche sulla migliore posizione da adottare in merito al conflitto, la scoperta: mandati cannoni non funzionanti. (Money.it)

Tuttavia, qualche giorno fa il Financial Times ha riportato la notizia che nessuno dei primi venti mezzi forniti come parte dell'assistenza militare era pronto per essere usato. Si tratta delle versioni aggiornate a una ventina d’anni fa dei cannoni da 109 mm sviluppati sul progetto M155 di costruzione americana. (Panorama)

I pezzi d’artiglieria, a quanto sembra, facevano parte di un lotto giacente da diversi anni in un deposito all’aperto, erano stati rimessi parzialmente in pristino ma, per accelerare al massimo la consegna, avrebbero dovuto completare il processo di riparazione una volta giunti in Ucraina, tramite un kit di componenti fornite dagli Stati Uniti. (Armi e Tiro)