A Bari accordi sfumati, voti sospetti e un terzo nome che non c’è: così è saltato tutto tra Pd e Cinquestelle

La Stampa INTERNO

L’appello alla ricerca di “un terzo nome unitario” è ormai un grande classico per chi segue le evoluzioni politiche del cosiddetto campo progressista. Bari non fa eccezione, ma offre una variante suggestiva alla consueta sceneggiatura: mentre si organizzavano le primarie per scegliere il candidato sindaco del centrosinistra tra Vito Leccese e Michele Laforgia, si continuava a trattare per un pass… (La Stampa)

Ne parlano anche altri giornali

(Adnkronos) – Se Elly Schlein ”vuole mantenere fede all’impegno preso nel marzo del 2023, quando fu acclamata segretaria del Pd al grido di ‘libererò il partito da capibastoni e cacicchi’, parole sue, troverà in me il più grande partner favorevole a quest’operazione”. (Il Giornale dell'Umbria – il giornale on line dell'Umbria)

Alla fine la corda tra Giuseppe Conte ed Elly Schlein sembra essersi spezzata sul serio. Almeno per questo tratto di strada che corre all’impazzata verso le Europee. Con tanto di attacco del leader pentastellato che chiede alla segretaria Dem di restare fedele al suo impegno di far fuori dal partito democratico «cacicchi e capibastone». (La Gazzetta del Mezzogiorno)

A Bari il centrosinistra cerca una soluzione dopo lo strappo (AGI - Agenzia Italia)

Fu ambiguo rispetto alla guerra civile spagnola, prestando un aiuto insufficiente alle forze repubblicane a alla fine fu travolto dall’inizio della seconda guerra mondiale. Scandì il suo tempo, fece riforme sociali all’avanguardia, conquistò gli intellettuali. (L'HuffPost)

Si tratta delle spese necessarie per tutta l’organizzazione dei gazebo e che i due candidati dovranno dividere, come da accordi presi tra le parti. (La Gazzetta del Mezzogiorno)

Dietro la frattura la sfida. (Il Fatto Quotidiano)