Il paladino Lgbt contro il generale parà: Zan contro Vannacci, la sfida in Veneto

Il paladino Lgbt contro il generale parà: Zan contro Vannacci, la sfida in Veneto
Il Mattino di Padova INTERNO

Il diavolo e l’acqua santa. Quale dei due sia l’una o l’altra cosa, tra Alessandro Zan e Roberto Vannacci, non saranno nemmeno le urne a stabilirlo. Talmente sono due pianeti ai capi opposti dell’universo, due mondi che non si toccano mai. È così distante il loro pensiero, da non concedere nemmeno un punto tangente. Eppure l’imbuto del destino li ha condannati a stare lì, uno di fronte all’altro,… (Il Mattino di Padova)

Se ne è parlato anche su altre testate

A 48 ore dall’investitura ufficiale come candidato capolista della Lega, Roberto Vannacci torna a far parlare di sè e scatena una bufera di polemiche con alcune dichiarazioni e proposte raccolte in un’intervista a La Stampa. (LAPRESSE)

Intervistato da La Stampa il generale Roberto Vannacci ribadisce alcune idee già espresse in passato e sostiene che Mussolini era uno statista, prima di aggiungere: “Non vedo perché sia necessario dotarsi della patente di antifascista per esprimere le proprie opinioni. (LAPRESSE)

Gli auguro di non avere figli, nipoti, parenti portatore di handicap”. “Le parole del generale Vannacci sulle classi per disabili? Buon per lui che non ha un bambino portatore di handicap, altrimenti capirebbe di aver detto una sciocchezza. (Il Fatto Quotidiano)

Salvini vede il Generale: avanti così. Il gelo di Giorgetti: non è della Lega

– “La realtà dei fatti smonta la narrazione della destra perugine che, dopo dieci anni di amministrazione e due campagne elettorali fatte sulla sicurezza, ora racconta di una città da libro delle favole e, invece, la Perugia di cui parlano non esiste mentre i problemi si. (Il Giornale dell'Umbria – il giornale on line dell'Umbria)

L’«altro» Roberto, Ciambetti, presidente del Consiglio regionale, ha un altro stile, agli antipodi: parla a bassa voce ma certe risposte secche contengono altrettanto tritolo. Ognuno dissente a modo suo. (Corriere)

Sembra strano, ma anche i fedelissimi di Matteo Salvini ripetono la stessa frase: «Non è della Lega». Loro, però, lo fanno per scaricare ogni respo… (La Stampa)