Diletta Leotta a Sanremo: “Sono bella ma la bellezza capita. È un peso che può farti inciampare”

Diletta Leotta si è esibita in un monologo sulla bellezza al Festival di Sanremo 2020.

La Leotta scherza sul suo aspetto fisico e su come potrebbe cambiare nel tempo, visto che già la differenza tra Diletta ieri e oggi è particolarmente evidente.

E ora riportatemi all'immagine di come sono oggi, che se fossi in quel modo, col cavolo che sarei qui.

Potete dire di sì, tanto so cosa state pensando. (Tv Fanpage)

La notizia riportata su altri media

artedì 4 febbraio è andata in onda la prima puntata del Festival di Sanremo, un Festival che è partito tra le polemiche per motivi vari. Vi è piaciuta Diletta Leotta con quell’abito o anche a voi è sembrata un cioccolatino? (Caffeina Magazine)

", si chiede, prima di concludere: "Mi hai insegnato a non essere semplicemente bella, semmai diversamente bella, e come trovare l'amore". Riconosce che essere belle è un vantaggio "sennò col cavolo che sarei qui", dice, prima di presentare la nonna Elena, naturalmente bella ad 85 anni, seduta in platea. (Giornale di Sicilia)

RITA PAVONE – VOTO 7. L’inossidabile Rita Pavone, 75 anni portati ancora alla grande, ha azzeccato il look da prima serata senza se e senza ma. Ma vediamo nel dettaglio i look migliori e i peggiori della prima serata: ecco le nostre pagelle. (OA Sport)

La catanese Leotta sul palco dell’Ariston con Amadeus e Fiorello: “La bellezza capita, non è un merito”. Riconosce che essere belle è un vantaggio “sennò col cavolo che sarei qui”, dice, prima di presentare la nonna Elena, naturalmente bella a 85 anni, seduta in platea. (lasiciliaweb | Notizie di Sicilia)

Proprio in occasione del monologo della Leotta, diventato una sorta di dialogo con la nonna seduta in prima fila sulla, i social si sono letteralmente scatenati dividendosi sulla performance e il contenuto del discorso proposto dalla giornalista. (CalcioMercato.it)

Quella scelta da Fiorello che arriva vestito da prete e fa intonare il nome di Amadeus alla platea dell'Ariston come fosse l'Alleluia. Quando tocca a Rula Jebreal si cambia completamente registro e il suo monologo è un pugno nello stomaco (anni luce dal compitino sulla bellezza di Diletta Leotta). (Corriere della Sera)