“Il piano segreto di Trump per la pace in Ucraina? Solo fake news”

QUOTIDIANO NAZIONALE ESTERI

New York, 8 aprile 2024 – “Falsità”. Così uno dei consiglieri in campagna elettorale di Donald Trump, Jason Miller, ha bollato l’indiscrezione lanciata ieri dal The Washington Post, secondo cui l’ex presidente avrebbe un piano segreto per mettere fine alla guerra in Ucraina. Citando fonti vicine al tycoon, che hanno voluto restare anonime, il prestigioso quotidiano statunitense sostiene che Trump avrebbe intenzione di premere su Kiev affinché ceda la Crimea e le aree del Donbass già di fatto occupate dalla Russia (QUOTIDIANO NAZIONALE)

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The Donald ha ogni tipo di soluzione in tasca, guerra in Ucraina compresa. Nulla che qualche solone occidentale non si era già esposto a proporre: premere su Kiev affinché capitoli su Crimea e Donbass, dando sostanzialmente a Vladimir Putin ciò che desidera. (ilGiornale.it)

Donald Trump si è vantato pubblicamente a più riprese che sarebbe in grado di negoziare in ventiquattr'ore un accordo di pace per porre fine alla guerra in Ucraina, ma non ha mai specificato come avrebbe intenzione di risolvere così rapidamente un conflitto che va avanti da oltre due anni. (ilGiornale.it)

Come ampiamente riportato dalla stampa italiana ed estera, secondo indiscrezioni raccolte e pubblicate dal Washington Post, Donald Trump avrebbe già pronto nel cassetto un piano per far cessare in brevissimo tempo la guerra in Ucraina (Nicola Porro)

Da presidente, Donald Trump «ha detto chiaramente» che pensava che l'Ucraina «dovesse far parte della Russia». «Trump ha detto chiaramente che pensava che l'Ucraina, e certamente la Crimea, dovesse far parte della Russia», racconta Hill – responsabile per gli Affari Europei e Russi del Consiglio di sicurezza nazionale degli Stati Uniti tra il 2017 e il 2019 – al giornalista del New York Times David Sanger nonché autore del libro New Cold Wars: China's Rise, Russia's Invasion, and America's Struggle to Defend the West. (La Stampa)

Ma, comunque lo si giudichi, va quantomeno riconosciuta l’indole pragmatica che ha caratterizzato la politica estera della sua Amministrazione, che è valsa un quadriennio durante cui l’America non ha combattuto guerre e ha semmai consolidato la strategia del suo predecessore Barack Obama: colpisci e distruggi chirurgicamente, senza però mettere i boots on the ground, cioè gli scarponi dei soldati su un terreno ostile. (Panorama)

Numerose sono le domande da porsi. (L'Eco di Bergamo)