Arresti di mafia a Belmonte, l'inchiesta partita dall'ex boss pentito Bisconti

Giornale di Sicilia INTERNO

Torna in cella due anni dopo, nel dicembre 2008, coinvolto insieme ad altre 98 persone nell'operazione Perseo ma dal processo che ne scaturì uscì pulito.

Il pentito, iniziò le sue dichiarazioni proprio all'indomani del suo arresto nell'operazione del 2018 Cupola 2.0.

Nelle indagini che hanno portato alla retata con 9 arresti di questa mattina (7 aprile) che ridisegnano gli equilibri mafiosi a Belmonte Mezzagno e raccontano l'ascesa di Agostino Giocondo, un ruolo importante lo ha avuto un collaboratore di giustizia, Filippo Salvatore Bisconti. (Giornale di Sicilia)

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A emergere è pure la piena e attuale disponibilità di armi da parte della famiglia di Belmonte Mezzagno, delle quali solo due sono state rinvenute: un fucile da caccia marca Winchester cal Sono state 9 le misure cautelari in carcere emesse dal gip del Tribunale di Palermo su richiesta della Direzione distrettuale antimafia. (MeridioNews - Edizione Sicilia)

Tre omicidi e un tentato omicidio. L’operazione antimafia di questa mattina a Belmonte Mezzagno colpisce il mandamento mafioso di Misilmeri e Belmonte Mezzagno. I Carabinieri nel corso dell’operazione eseguita all’alba a Belmonte Mezzagno, hanno anche trovato armi e droga. (Diretta Sicilia )

La catena di omicidi. Il 10 gennaio 2019, è stato assassinato Vincenzo Greco, un manovale di 36 anni, genero del boss Filippo Casella Stanotte, i carabinieri del nucleo Investigativo hanno fatto scattare un nuovo blitz, che ha portato in carcere 9 per persone con l’accusa di associazione mafiosa. (La Repubblica)

Secondo chi indaga sarebbe attribuibile proprio ad Agostino Giocondo il ruolo di custode dell’arsenale della famiglia di Belmonte, poiché risulterebbe coinvolto in tutte le vicende riguardanti le armi del clan. (Tp24)

Agli ESAO Awards si è aggiudicato due primi posti nelle categorie Best International e Miglior olio Italiano, con il suo extravergine Fruttato Cuor d’Olivo, confermando l’ottimo risultato già conseguito nella precedente edizione della stessa manifestazione. (Sardegna Reporter)

Per le presunte condotte illecite, è stata ritenuta, altresì, la sussistenza dell’aggravante del metodo mafioso in quanto sarebbero state poste in essere avvalendosi della forza intimidatrice derivante dal vincolo associativo riconducibile alla cosca di ‘ndrangheta operante sul territorio. (Corriere di Lamezia)