Superbonus, la GdF scopre una truffa da 110 milioni

Qualenergia.it INTERNO

In totale si sono perquisite le residenze di 21 persone fisiche, le sedi di 3 enti/società e sono stati effettuati sequestri preventivi di crediti a 16 soggetti tra istituti finanziari, società e persone fisiche.

Fatture per lavori mai realizzati, che servivano all’azienda per incassare la maxi detrazione grazie alla cessione del credito: questo, in estrema sintesi, il meccanismo che starebbe alla base di una presunta truffa sul Superbonus da 110 milioni di euro scoperta a Napoli (Qualenergia.it)

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In totale sono state eseguite attività di perquisizione e sequestro presso le residenze di 21 persone fisiche, le sedi di 3 enti/società nonché sequestri preventivi di crediti presso 16 soggetti (istituti finanziari, società e persone fisiche). (LegnanoNews.com)

Il “Superbonus” consente detrazioni fiscali fino al 110 per cento in 5 anni per la riqualificazione di immobili di proprietà che ottengano un miglioramento di due classi energetiche, detrazioni che possono anche essere cedute all’impresa edile. (Il Cittadino)

La vendita avrebbe fruttato guadagni per circa 150.000 euro. I due sono stati denunciati per ricettazione e detenzione di medicinali dopanti (LaPresse)

Tale meccanismo ha permesso agli indagati di abbattere il reddito imponibile in capo ad una società e, contestualmente, di drenare le risorse finanziarie, giacenti sui conti correnti, provocando il dissesto della stessa impresa. (LaPresse)

In luogo della detrazione fiscale, il committente può optare per:. lo sconto in fattura da parte dell’impresa che esegue i lavori. Quest’ultima recupera il corrispettivo nella forma del credito d’imposta da poter utilizzare in compensazione oppure da poter cedere a terzi (inclusi istituti di credito e finanziari). (InvestireOggi.it)

La Guardia di Finanza in questi giorni si sta concentrando sulle aziende di Marca che hanno agito insieme o per conto del Consorzio Sgai. Solo da parte dello studio Bruschi sono partite un centinaio di denunce, da parte di assistiti perlopiù trevigiani, oltre ad alcuni padovani, bellunesi e friulani. (La Tribuna di Treviso)