Coronavirus, la speranza del vaccino: «Già in autunno per medici e anziani»

Leggo.it SALUTE

«L'utilizzo della tecnologia dell'Rna ci ha permesso di andare molto rapidamente.

«In questa prima fase - aggiunge lo scienziato - l'obiettivo è dimostrare che il vaccino è ben tollerato e non causa effetti collaterali a dosi crescenti.

In un'intervista esclusiva a L'Espresso, Carfi ha detto che per medici e anziani il vaccino può essere pronto in autunno e la sua distribuzione di massa potrebbe iniziare il prossimo anno. (Leggo.it)

La notizia riportata su altri media

Oggi, non contenti, addirittura tirano fuori una vecchia e stanca bufala che riguardava improbabili microchip impiantati sottopelle per controllare l’umanità. Questa volta le potenze mondiali ci starebbero attaccando senza armi, ma con l’insidiosa guerra batteriologica partita da un virus creato in laboratorio. (Bufale.net)

Sono ad oggi 44 i progetti di vaccino anti SarsCoV2 nel mondo ed aumenta di giorno in giorno il numero delle sperimentazioni. Lancia appunto la sfida dell'”alleanza globale” il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, dopo la videoconferenza con i colleghi del G7 sull’emergenza Covid-19. (Metropolis)

“Un simile sforzo potrebbe salvare centinaia di migliaia di vite e aiuterebbe a prepararsi alle prossime pandemie”, spiega Berkley nell’appello lanciato sulla rivista specializzata Science. Nel corso della “fase 1” del test, dedicata alla sicurezza dell’uomo, saranno coinvolti 108 individui sani. (Sky Tg24 )

Ma sradicare una malattia non conviene Nella corsa a trovare una risposta al coronavirus torna sotto i riflettori big pharma. Commissioner @GabrielMariya and I spoke with @CureVacAG, a company doing highly innovative research on vaccine against the #coronavirus. (Valori.it)

In autunno, però, il vaccino potrebbe essere pronto per medici, infermieri e gli operatori sanitari. Intanto, sono stati arruolati 45 volontari, adulti in buona salute, a cui è stato somministrato per via intramuscolare il vaccino. (ViaggiNews.com)

Neppure il leggendario Watson, padre del Dna, avrebbe potuto però da solo reggere a questa armata di cervelli, collegati online. Se vi pare anticipi la pandemia, con mostruosa precisione, è grazie al professore di epidemiologia della Columbia University W. (La Stampa)