Aria di sciopero a Cannes, 300 cineasti firmano una petizione

Aria di sciopero a Cannes, 300 cineasti firmano una petizione

Oltre 300 cineasti, tra cui John Landis, Louis Garrel, il regista belga e due volte vincitore della Palma d'Oro Jean-Pierre Dardenne, hanno firmato una petizione a sostegno di uno sciopero pianificato dai lavoratori del Festival di Cannes durante l'edizione di quest'anno. La petizione è stata lanciata questa settimana dal Collettivo dei lavoratori precari dei festival cinematografici (Le Collectif des précaires des festivals de cinéma), il sindacato non ufficiale dei lavoratori dietro lo sciopero. (Il Mattino di Padova)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Thierry Frémaux, nel corso del consueto incontro con la stampa internazionale alla vigilia del Festival minimizza le discussione accese nei giorni scorsi. «Un tempo si parlava solo di film, delle angosce che erano legate a una selezione, se i titoli scelti sarebbero stati amati o detestati. (il manifesto)

L’attenzione dei media sarà però verosimilmente focalizzata anche sul regista iraniano Mohammad Rasoulof, appena condannato a cinque anni di carcere ma fuggito dal suo Paese. Leggenda di Hollywood con 21 nomination agli Oscar e ruoli in film di culto come “La scelta di Sophie” (1982), “Sulla strada di Madison” (1995) e “Il diavolo veste Prada” (2006), la Streep è una presenza rara sulla Croisette. (RSI.ch Informazione)

“Ci sono stati cambiamenti sostanziali nell'industria cinematografica americana negli ultimi anni, dobbiamo continuare ad andare in questa direzione, che credo sia quella corretta. (cinematografo.it)

Al via con molte stelle. Ma il "metoo" è in agguato

Nuovi scandali legati al #MeToo sembravano aleggiare sul Festival di Cannes ma il delegato generale dell'evento, Thierry Frémaux ha sottolineato di avere tutta l'intenzione di vivere un festival senza polemiche e con tanto cinema. (Movieplayer)

Le Figaro ha parlato con Iris Knobloch, presidente del Festival di Cannes, che ha dichiarato di essere «in stato di massima allerta». Il Festival ha elaborato un piano per la comunicazione: «Un film sarà o meno tenuto in concorso in base alla gravità dell'accusa», spiega il quotidiano. (Vanity Fair Italia)

Non era atteso, eppure il signor Metoo ha bruciato le tappe. Ed eccolo qui. (ilGiornale.it)