Autonomia differenziata, al via in Aula alla Camera la discussione del ddl Calderoli

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Autonomia differenziata, al via in Aula alla Camera la discussione del ddl Calderoli Di Nell’Aula della Camera dei Deputati ha preso il via la discussione generale riguardante il disegno di legge sull’Autonomia differenziata. Paolo Emilio Russo, uno dei tre relatori del disegno di legge e membro di Forza Italia, è al momento impegnato nella presentazione del testo, noto come ddl Calderoli. Il ministro Calderoli, a cui il disegno di legge deve il nome, è presente in Aula per seguire i lavori. (Orizzonte Scuola)

La notizia riportata su altre testate

“L’unico simbolo che ha diritto di essere presente qui è il tricolore, non i simboli di chi vuole utilizzare questo posto per vendere agli italiani una riforma pericolosa e sbagliata”, ha detto la capogruppo del Pd Chiara Braga protestando per la maglietta verde indossata dalla deputata leghisa Bordonali durante il suo intervento. (Il Fatto Quotidiano)

Conviene non sottovalutare quello che è avvenuto ieri alla camera dei deputati, mentre partiva l’ultimo giro della corsa dell’autonomia differenziata. (il manifesto)

Il caso del voto in I Commissione sul testo del ddl infiamma la giornata. A tornare sulla questione, appellandosi al regolamento, la deputata dem Simona Bonafè. Con le opposizioni sugli scudi pronte a fare ostruzionismo. (Corriere della Sera)

Sit-in di protesta oggi a Napoli dove il Coordinamento per la democrazia costituzionale nel giorno in cui la riforma sull'autonomia differenziata arriva alla Camera, ha chiamato in piazza decine di cittadini, politici e sindacalisti per chiedere di fermare «Lo spacca Italia" come ribattezzato il Ddl Calderoli. (Corriere)

Perchè altrimenti il futuro è nero e quelle sperequazioni rischiano di essere ulteriormente aggravate". Lo ha detto nell'Aula di Montecitorio il ministro per gli Affari Regionali, Roberto Calderoli, intervenendo alla fine della discussione generale sul testo per l'Autonomia. (Tiscali Notizie)

Per la prima volta dall’Unità d’Italia si rinuncia a unire effettivamente il Paese. Come se da un convoglio di 20 carrozze ne venissero staccate 5 per farle andare più veloci. Ma a correre troppo si rischia di andare a sbattere (LaC news24)