La tariffa rifiuti in Italia costa 300 euro: Campania la regione più cara

la Repubblica INTERNO

La regione dove il servizio costa meno è il Trentino Alto Adige (190 euro l’anno), dove però si è registrato l’aumento più elevato a livello regionale (+3,9%) dopo la Basilicata (+7,9%).

Gli italiani pagano in media 300 euro l’anno di tariffa rifiuti, appena un euro in più rispetto al 2018.

Ma in quasi la metà (51) delle 112 province italiane sono stati riscontrati aumenti, contro le 34 in cui la tariffa è diminuita. (la Repubblica)

Ne parlano anche altri giornali

Catania è la città italiana che spende di più per la Tari, la tassa sulla raccolta e smaltimento dei rifiuti. Potenza, invece, è la più economica con 121 euro ed un decremento del 13,7% rispetto al 2018. (ilGiornale.it)

La Lombardia si ferma a una media di 241 euro, il Piemonte a 276 euro, il Veneto a 234 euro. Nella top ten ci sono cinque capoluoghi siciliani: oltre Catania e Trapani, anche Siracusa (442 euro), Agrigento (425 euro) e Messina (419 euro). (La Repubblica)

Le 10 città più costose per la tassa rifiuti sono nell’ordine Catania (504 euro), Cagliari (490), Trapani (475), Benevento (471), Salerno (467), Napoli (455), Reggio Calabria (443), Siracusa (442), Agrigento (425), Messina (419). (QuiFinanza)

L’analisi. A livello di aree geografiche, i rifiuti costano meno al Nord (in media 258 euro). Analizzando le tariffe dei 112 capoluoghi di provincia, sono state riscontrate variazioni in aumento in circa la metà, 51 capoluoghi, tariffe stabili in 27 capoluoghi e in diminuzione in 34. (SalernoToday)

Segue il Centro (299 euro), infine il Sud, il più costoso (351 euro). La regione più economica è il Trentino Alto Adige, con 190 euro, la più costosa la Campania, con 421. (L'HuffPost)

Poche novità per le abitazioni ma di fatto nessun incremento; rispetto allo scorso anno infatti è stato deciso un lievissimo aumento della parte fissa (calcolata in base alla superficie in metri quadrati dell’alloggio) compensata da una leggera diminuzione della cosiddetta parte variabile (calcolata sul numero degli occupanti). (Corriere della Sera)