Torture al carcere Beccaria, quattro poliziotti aggrediscono un detenuto 15enne

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Un detenuto di 15 anni brutalmente picchiato dagli agenti della Polizia penitenziaria nel carcere minorile di Beccaria, a Milano, dove una settimana sono stati arrestati 13 agenti e sospesi altri otto colleghi con le accuse, a vario titolo, di tentata violenza sessuale, tortura, lesioni, maltrattamenti e falso ideologico. Quella che le telecamere interne hanno ripreso è la "scena cruenta" di un pestaggio ai danni di un detenuto di 15 anni. (Today.it)

Ne parlano anche altre testate

La Procura di Milano stamane ha acquisito la documentazione medica dalla fine del 2021 dei detenuti al Beccaria, il carcere minorile al centro dell'indagine in cui si ipotizzano torture e pestaggi da parte di agenti di polizia penitenziaria (Il Messaggero Veneto)

Ecco quali sono le immagini cruente riprese. (Fanpage.it)

I fotogrammi del pestaggio ai danni di un detenuto di 15 anni all’interno del carcere minorile Beccaria di Milano. Le foto fanno parte di un’annotazione che il Nucleo investigativo regionale della Polizia penitenziaria ora agli atti della Procura di Milano. (Corriere TV)

MILANO. Da un lato alcuni degli agenti della polizia penitenziaria, finiti in carcere il 22 aprile con le accuse di torture e minorenni, dall’altra un detenuto quindicenne. (La Stampa)

Il 15 marzo 2024 il Nucleo investigativo regionale della Polizia penitenziaria ha depositato delle immagini che ritraggono un pestaggio consumatosi al Beccaria nei confronti di un 15enne agli atti dell'inchiesta sulle presunte violenze all'interno del carcere. (Giornale dei Navigli)

L’atto è stato compiuto nell’ambito dell’indagine per tortura, maltrattamenti e lesioni ai danni dei reclusi, che ha portato all’arresto di 13 agenti di Polizia penitenziaria e alla sospensione dal servizio per altri otto: le pm Rosaria Stagnaro e Cecilia Vassena, coordinate dalla procuratrice aggiunta Letizia Mannella, hanno delegato la polizia giudiziaria a raccogliere le cartelle cliniche presenti negli archivi dell’istituto, per verificare l’esistenza di referti medici con prognosi ammorbidite o addirittura a “zero giorni” dopo i pestaggi svelati dalle telecamere. (Il Fatto Quotidiano)