L'Iran ammette uccisioni nelle proteste

Tiscali.it ESTERI

- ROMA, 3 DIC - Tre settimane dopo l'inizio delle proteste in Iran scatenate dai rincari della benzina, che hanno portato alle più gravi violenze in 40 anni di Repubblica islamica, per la prima volta Teheran riconosce che le forze di sicurezza hanno sparato e ucciso alcuni manifestanti.

Una cosa "terribile", ha aggiunto l'inquilino della Casa Bianca.

Ieri Amnesty International aveva fornito un bilancio aggiornato di almeno 208 uccisi accertati, mentre il numero reale potrebbe essere di molto superiore. (Tiscali.it)

Se ne è parlato anche su altri media

Iran,Amnesty:208 uccisi per le proteste. Condividi. 19.25 Sono 208 i morti accertati della repressione contro le proteste per il rincaro della benzina scoppiate il mese scorso in Iran. (Rai News)

Oggi la tv di stato del paese IRIB (Radio Televisione della Repubblica Islamica dell'Iran) ha riconosciuto che effettivamente le forze di sicurezza hanno sparato contro i dimostranti, uccidendone un “numero imprecisato”. (A Voce Alta)

Teheran (AsiaNews/Agenzie) - Il ministro iraniano degli Esteri Mohammad Javad Zarif è favorevole a una riduzione della tensione fra Paesi del Golfo. È quanto emerge al termine dell’incontro fra i ministri degli Esteri di Mascate e Teheran. (AsiaNews)

Amnesty International sta aggiornando il numero dei manifestanti uccisi attraverso fonti credibili e verificate incrociate, interne ed esterne all’Iran, tra cui parenti delle vittime, giornalisti e attivisti per i diritti umani. (Agenpress)

La tv statale iraniana ha riconosciuto che le forze di sicurezza del Paese hanno sparato contro i dimostranti durante le recenti proteste per il rincaro della benzina. (Unioneonline/v.l.) (L'Unione Sarda.it)

Le autorità della Repubblica islamica non avevano ancora fornito un bilancio preciso degli arresti, né delle vittime. Il capo della polizia di Teheran, il brigadiere generale Hossein Rahimi, ha inoltre riferito oggi di 51 arresti per saccheggi e danneggiamenti di istituto di credito, stazioni di servizio e negozi. (Il Messaggero)