Assoluzione contestata. E la sinistra radicale mette a fuoco l'America

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il Giornale ESTERI

Il tutto mentre il battagliero ex presidente repubblicano Donald Trump non ha perso tempo a congratularsi con Rittenhouse «per essere stato assolto da tutte le accuse.

Pessime notizie dunque, e pessimo regalo di compleanno per Joe Biden, che ieri ha compiuto 79 anni diventando il più anziano presidente in carica della storia degli States.

É chiaro però che il verdetto di Kenosha gli gioca un brutto scherzo: il presidente ha detto di rispettare il pronunciamento della giuria, ma ha lasciato chiaramente intendere la sua contrarietà. (il Giornale)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Riavvolgiamo il nastro: venerdì, Rittenhouse è stato assolto da tutti i capi di imputazione. Di una nazione, gli Stati Uniti, sempre più divisa. (Corriere del Ticino)

«Se un tizio nero fosse entrato a Kenosha, da fuori città, con un fucile da guerra, uccidendo due persone e ferendone gravemente una terza, il verdetto sarebbe stato molto diverso», scrive Tim O’Brien, editorialista di Bloomberg su Twitter. (La Stampa)

Fossi stato genitore di Kyle, gli avrei proibito di andare a Kenosha quel giorno, gli avrei proibito di possedere una arma. Scontri su scontri. (Corriere della Sera)

La mattina dopo, Rittenhouse si costituisce con l’accusa di omicidio intenzionale di primo grado. Il giudice ha creduto alla posizione della difesa, secondo cui Rittenhouse ha agito totalmente per autodifesa dopo essere stato attaccato dai manifestanti (Rolling Stone Italia)

Il presidente Joe Biden stesso, in un comunicato, invita alla calma e alla razionale scelta di accettare la decisione della Corte, pur dicendosi «arrabbiato e preoccupato». E Tom Nichols, ex docente al Naval War College, autore del saggio «Il nemico dentro» (Luiss), repubblicano, concorda: «Vero, e chi tifa per la sentenza lo sa benissimo». (il mattino di Padova)

Il titolo del Washington Post vale per le proteste che attraversano l’Unione da est a ovest, da New York a Oakland, con epicentro a […] (Il Fatto Quotidiano)