Video hard, la candidata savonese Giusy Rizzotto nella bufera: “Devo mettermi il burqa?”

Genova24.it INTERNO

“Quando mi sono candidata pensavo di parlare di politica, di progetti, di cose che riguardassero la città e come migliorarla – afferma Giusy Rizzotto ai microfoni di IVG.it -.

Cerchiamo di fare una campagna elettorale puntando sui fatti, sui progetti e su quanto si deve fare e non ad attaccare una persona.

Ho già dovuto affrontare questo tema in occasione della serata organizzata dal Comune di Alassio con Vladimir Luxuria”. (Genova24.it)

Ne parlano anche altre testate

Con Matteo Rosso, Gianni Berrino, Simona Ferro, Stefano Balleari e Claudio Cavallo;. ore 20,30 in via Untoria 6, insieme al Senatore Francesco Bruzzone e al consigliere regionale Alessio Piana (Lega), incontro con un gruppo di cacciatori e con con il presidente della FITAV Francesco Ciocca (SavonaNews.it)

Se, al contrario, quel video è stato fatto girare dalla Rizzotto stessa o con il suo benestare, la situazione si ribalta. Berlusconi ricoverato in ospedale, nuovi controlli. Diverso è però il ragionamento relativo al video pornografico. (Corriere dell'Umbria)

“La lista civica è composta solo da 21 persone perché sono stati scelti uno per uno. Lo abbiamo fatto perché siamo convinti del progetto di Angelo Schirru e delle sue capacità come uomo e come amministratore. (IVG.it)

Non sono sicura però che i savonesi siano così ingenui”. Al tempo stesso condanno fermamente tutte le presunte cybermolestie che la candidata avrebbe ricevuto, sottolineando l'importanza di denunciare” (SavonaNews.it)

Non ci voleva un genio per capire che si trattava di un fake, fatto per giunta malissimo e solo per screditarmi come persona e come donna, ma soprattutto come candidato". Rizzotto si definisce un ''vulcano'', una sorta di stakanov dei social: "sono un vulcano perché faccio mille cose contemporaneamente (Adnkronos)

“Mi chiedo infine – conclude Branca – se una lista che affida il proprio consenso alla profondità di una scollatura abbinata ad un soprannome, e nemmeno ad un cognome (che fino a prova contraria è quello che si scrive sulle schede elettorali), sia in grado di dare garanzie ai savonesi e alle savonesi di capacità amministrativa e di governo” “Penso allora che non sia accettabile nessuna indulgenza, nessun sorrisino nei confronti di queste idee arcaiche e sessuofobiche perché sono le stesse che sono alla base della tragedia dei femminicidi nel nostro paese – osserva Branca -. (IVG.it)