La scure dell'Unione europea sul tesoro degli oligarchi russi

La Stampa ESTERI

Per poi venderle in modo da reperire le risorse necessarie alla ricostruzione dell’Ucraina, esattamente come succede in Italia con i beni strappati alla mafia.

Oggi la Commissione metterà sul tavolo una proposta di direttiva che potrebbe infatti aprire la strada alla confisca dei beni sequestrati agli oligarchi, mentre alcuni Paesi chiedono di estendere la misura agli asset della Banca centrale russa

L’Unione europea vuole mettere le mani sul tesoro degli oligarchi russi, passando dal sequestro alla confisca delle loro proprietà. (La Stampa)

Se ne è parlato anche su altri giornali

LO YACHT DI PUTIN. Finora gli Stati membri hanno sequestrato asset per circa 10 miliardi di euro. L'Italia, da sola, ha messo il sigillo a beni per poco meno di 2 miliardi. (ilgazzettino.it)

Lo ha indicato il commissario Ue alla giustizia Didier Reynders nella presentazione alla stampa delle decisioni di oggi della Commissione Ue (Tiscali Notizie)

La possibilità di procedere con la confisca dei beni russi sequestrati, infatti, dipende essenzialmente dalle legislazioni nazionali. Per facilitare la discussione, già oggi la Commissione europea presenterà le sue proposte per costruire un quadro comune Ue entro cui, se gli Stati lo vorranno, potranno muoversi. (ilgazzettino.it)

Anche per le multe che possono essere inflitte le variazioni sono notevoli, dai 1.200 ai 500.000 euro. (askanews) – La Commissione europea ha proposto oggi a Bruxelles una modifica del Trattato sul funzionamento dell’Unione che aggiungerà un nuovo reato alla lista dei crimini gravi con dimensione transfrontaliera (art. (Agenzia askanews)

A frenare questa possibilità è però la legge svizzera, questa al momento non permette un simile utilizzo di beni confiscati a terzi. La stessa cosa vale per i 350 miliardi della Banca centrale russa, congelati tutto in tutto il mondo. (Ticinonline)

di rifiuti speciali illecitamente stoccati;. e. stati, inoltre, eseguiti 12 campionamenti di acque fluviali e reflue in aree esterne ad aziende, che saranno oggetto di più approfondite analisi per vagliarne l’impatto ambientale. (Corriere di Lamezia)