AstraZeneca e trombosi, ecco perchè il rischio crolla dopo la seconda dose

La Repubblica ECONOMIA

di trombosi ridotto di quasi quattro volte dalla prima alla seconda dose di AstraZeneca.

Ridimensionano fortemente la valutazione dell’impatto di Vaxzeviria, sul sistema circolatorio umano, confortando le migliaia di pazienti sottoposti a vaccino anglo-svedese, uno studio pubblicato sulla rivista the Lancet, basato sul database di reazioni avverse globale della compagnia, e una seconda ricerca in attesa di essere revisionata

Una percentuale che, comunque, "è più alta nelle persone colpite da Covid piuttosto che in quelle vaccinate". (La Repubblica)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Nell’analisi, tuttavia, non sono stati identificati fattori di rischio specifici o cause definitive per la trombosi indotta dalla vaccinazione A cura di Valeria Aiello. (Scienze Fanpage)

I dati d’altra parte sembrano darle ragione: un’analisi del database che raccoglie le reazioni avverse post-vaccino Vaxzevria (condotta da esperti della stessa farmaceutica) indica che il già bassissimo rischio di coaguli di sangue non aumenta dopo la somministrazione della seconda dose. (Wired.it)

"Al 25 aprile si stima che circa 5,6 milioni di persone hanno ricevuto in Europa il ciclo completo del vaccino" Vaxzevria*. "Sono stati inclusi anche tutti gli eventi con sindrome trombotica trombocitopenica (Tts) che si sono verificati entro 14 giorni dalla somministrazione della prima o dalla seconda dose del vaccino AstraZeneca fino al 30 aprile", spiegano gli autori. (Yahoo Notizie)

A fine marzo, dietro forti pressioni per aiutare gli altri Paesi ad accedere ai vaccini, l'amministrazione Biden ha distribuito 1,5 milioni di dosi di AstraZeneca al Canada e 2,5 milioni al Messico. La produzione resta a oggi bloccata, con decine di milioni di dosi di entrambi i vaccini in un limbo normativo. (Yahoo Finanza)

Centinaia di persone in fila stanno sfidando la calura, da record nella città più calda d’Italia. File impressionanti da questa mattina, con tempi di attesa di diverse ore per l’iniezione. (l'Immediato)

Tuttavia, anche se diminuisce il livello degli anticorpi, le cellule B e T potrebbero proteggere molto bene dalla malattia grave» Tra le tre e le sei settimane dopo la seconda dose, scrivono gli autori, il livello degli anticorpi, che varia molto da persona a persona, inizia a scendere, e risulta molto più basso dopo 10 settimane. (ilmessaggero.it)