Portogallo, 50 anni dal 25 aprile e dalla rivoluzione: cosa resta da fare?

Portogallo, 50 anni dal 25 aprile e dalla rivoluzione: cosa resta da fare?
Euronews Italiano ESTERI

Il Portogallo sta meglio oggi di 50 anni fa. Ma la bassa produttività, le condizioni di lavoro precarie e il deterioramento dei servizi pubblici pongono il Paese in ritardo rispetto agli altri Paesi europei PUBBLICITÀ Il Portogallo festeggia 50 anni di democrazia. Libertà di stampa, elezioni libere, diritto alla salute, allo sciopero, all'istruzione: molte sono state le conquiste della rivoluzione (Euronews Italiano)

Ne parlano anche altre testate

Nel 1974 l’Europa era ormai uscita dal buio della seconda guerra mondiale e dei regimi totalitari. La Germania ne pagava ancora il prezzo attraverso il Muro di Berlino, mentre Francia e Italia avevano visto lo splendore del boom economico che già stava tramontando. (Il Fatto Quotidiano)

Lavorava in un ristorante che quel giorno avrebbe dovuto organizzare una festa per celebrare il primo anno di attività: si occupava delle pulizie ed era addetta al guardaroba. La signora dei garofani ha 91 anni e in questi giorni vive a Alcobaça, nella casa della figlia e della nipote. (Il Fatto Quotidiano)

Cosa resta? L'impulso di libertà in una fase storica in cui in Europa circola il fantasma di nuove dittature" "Ci vollero 8 mesi di lavoro. (Il Fatto Quotidiano)

Tra la Francia e il Portogallo, un doppio viaggio nel tempo «on the road»

Un vento atlantic… Quel giorno, il 25 aprile 1974, il cielo era mutevole, nuvole e pioggia. (la Repubblica)

E invece, nell’edizione delle 13 del telegiornale della seconda rete Rai è andato in onda un servizio dedicato ai 50 anni della Rivoluzione dei Garofani, a quel 25 aprile del 1974 che rovesciò 41 anni di dittatura di Estado Novo. (Eurofestival News)

Questo romanzo di Marco Ferrari, Alla rivoluzione sulla due cavalli (Laterza, pp. 168, euro 18), già uscito da Sellerio e diventato un film con la regia di Maurizio Sciarra, Pardo d’oro al Festival del cinema di Locarno nel 2001, è un doppio viaggio nel tempo, in quello della Storia ma anche della memoria dell’ultima rivolta contro la dittatura militare più longeva d’Europa. (il manifesto)