«Basta rincari energetici conto salato per le Pmi»

Gazzetta di Reggio ECONOMIA

«Va anche ridotto il peso della componente fiscale sulla bolletta elettrica delle piccole imprese.

Più tasse, quindi, ma, secondo Lapam Confartigianato, anche mal distribuite tra i diversi consumatori, secondo l’assurdo meccanismo: meno consumi, più paghi.

«Le piccole imprese italiane pagano già il prezzo dell’energia più alto d’Europa, superiore del 18,1% rispetto alla media Ue.

Mentre per le grandi aziende energivore con il 14,7% dei consumi la quota degli oneri generali di sistema scende al 9,2%. (Gazzetta di Reggio)

Ne parlano anche altre testate

Scollamento che ha toccato l’apice questa settimana quando il vicepresidente della Commissione Frans Timmermans ha ridimensionato il ruolo giocato dall’innalzamento del prezzo delle CO2 sulla bolletta energetica (Tempi.it)

Ed è molto difficile, fanno sapere fonti del Mef, che si riesca ad andare oltre quei tre miliardi già annunciati Ma poi, ha aggiunto il ministro, c'è anche da «mettere in piedi un intervento più strutturale, perché questi sono aumenti che rimarranno. (Liberoquotidiano.it)

Tagliare l'Iva, viene considerato impossibile, almeno in tempi brevi. Ma anche da qui si può attingere solo parzialmente, perché questa voce di bilancio è già destinata ad altre spese. (Il Manifesto)

Dovrebbe invece essere rimandata ancora la legge delega sulla riforma fiscale, in attesa di un chiarimento in maggioranza sui punti chiave tra cui la riforma del catasto Sul tema stanno lavorando il ministero della Transizione ecologica e quello dell’Economia: ieri mattina Cingolani e Franco erano stati a palazzo Chigi da Draghi per un confronto sulla norma. (LaPresse)

Come sottolinea il Codacons i 3,5 miliardi di euro che il Governo intenderebbe stanziare per intervenire sulle bollette energetiche sarebbero insufficienti e appena in grado di limitare la stangata. (Today.it)

È quanto emerge dalla nota congiunturale di settembre di Confcommercio che sottolinea come seppure nelle loro stime il terzo trimestre si chiuderebbe con una variazione del 2,2% congiunturale, rendendo più probabile lo scavalcamento dell’asticella al 6% per la crescita del PIL nel 2021, le preoccupazioni riguardano la possibilità che nel 2022 un tasso d’inflazione attorno al 3% limiti la crescita dell’attività a partire da un rallentamento dei consumi Milano, 18 set. (LaPresse)