Il boss in carcere parlava al clan con il telefonino

ciociariaoggi.it INTERNO

Le direttive a un clan camorristico arrivavano dal carcere di Frosinone via cellulare. Una nuova inchiesta, dopo quella sui droni, coinvolge il carcere di Frosinone per l’utilizzo (vietato) di dispositivi di comunicazione da parte di detenuti. La Direzione distrettuale antimafia di Napoli ha messo a segno un altro colpo, dopo quello di fine marzo. Le misure eseguite dalla Sisco della questura partenopea, dal servizio centrale operativo e dalla squadra mobile di Napoli sono undici (nove in carcere). (ciociariaoggi.it)

Se ne è parlato anche su altri giornali

C'è anche il grand hotel "La Sonrisa" di Sant'Antonio Abate, noto come "Il Castello delle cerimonie", tra gli esercizi commerciali presi di mira dal nuovo clan del rione Moscarella di Castellammare di Stabia, decapitato e dimezzato dalla polizia e dalla Dda di Napoli con undici misure cautelari. (ilmessaggero.it)

La circostanza emerge dall’ordinanza con la quale il gip di Napoli Maria Luisa Miranda, su richiesta della Dda, ha emesso dieci arresti (9 in carcere e uno ai domiciliari) e un obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. (Il Fatto Vesuviano)

Undici misure cautelari in tutto, che hanno permesso di dimezzare il cosiddetto clan del rione Rione Moscarella, una nuova organizzazione criminale di Castellammare. Tra gli esercizi commerciali presi di mira dal nuovo clan, anche il grand hotel “La Sonrisa” di Sant'Antonio Abate, noto come “Il castello delle cerimonie” ascolta articolo (Sky Tg24 )

“L’operazione della Polizia di Stato a Castellammare di Stabia – che ha accertato che le estorsioni ai commercianti della città venivano guidate da boss e affiliati a clan camorristi attraverso ordini impartiti agli uomini dei quartieri comodamente con il telefonino in cella – squarcia l’ultimo velo di ipocrisia: dal carcere comandano sempre loro”. (anteprima24.it)

Nuovi preoccupazioni in vista per la famiglia Polese: dopo la sentenza della Cassazione, che ha di fatto confiscato il famoso Castello delle Cerimonie affidandolo alle direttive del Comune di Sant'Antonio Abate, emergono dettagli circa il pagamento del pizzo a un clan camorrista da parte di uno dei membri della famiglia, vale a dire Sabatino Polese, il fratello del defunto "boss delle cerimonie" Don Antonio. (ilGiornale.it)

La famiglia Polese sarebbe stata obbligata a pagare una tangente da 5mila euro dopo pressanti richieste e, soprattutto, dopo il blocco delle attività imposto dalla camorra ad una società di logistica che sorge su un terreno di sua proprietà. (Fanpage.it)