Se dopo Nancy Pelosi un altro importante politico Usa volesse atterrare a Taipei sarebbe bloccato dai jet cinesi

Italia Oggi ESTERI

Ma è difficile porsi in una posizione di scontro aperto con la Repubblica Popolare anche per motivi economici

Per loro la ex Formosa, che si autodefinisce ufficialmente «Repubblica di Cina», è parte integrante della Repubblica Popolare.

Se a qualche politico americano o europeo venisse in mente di seguire l'esempio della Pelosi, il governo della Repubblica Popolare porrebbe il veto.

Né vale molto il «Taiwan Relations Act» in atto dal 1979, con il quale gli Stati Uniti si impegnano a fornire all'isola «adeguate risorse difensive». (Italia Oggi)

Se ne è parlato anche su altri media

Il porcospino taiwanese dovrebbe cercare di rallentare e rendere molto sanguinosa l’invasione, in attesa dell’inevitabile arrivo dei soccorsi americani L’Esercito popolare di liberazione schiera oltre un milione di soldati di terra, contro i 100 mila effettivi che difendono l’isola. (Corriere della Sera)

Non è un caso che, quelle condotte la settimana scorsa, siano state le esercitazioni militari più ampie mai effettuate dalla Repubblica popolare nelle acque taiwanesi Checché ne dica la propaganda del Partito comunista cinese, il problema della crisi taiwanese non risiede nella visita di Nancy Pelosi in sé. (Panorama)

Perché la Cina vuole prendersi Taiwan: la storia delle tensioni e il ruolo degli USA Quali sono i motivi storici, ideologici e geografici della tensione tra Taiwan e Cina e perché questa è peggiorata dopo la visita a Taipei di Nancy Pelosi, rappresentante della Camera Usa. (Fanpage.it)

Una cosa, infatti, è il diritto di visitare Taiwan. Ora, gli Stati Uniti sono finiti in questa situazione: grande sforzo per sostenere l’indipendenza dell’Ucraina, impegno obbligatorio per sostenere Taiwan. (Corriere della Sera)

Wu ha condannato Pechino per aver esteso le sue esercitazioni militari intorno all'isola. Parlando in una conferenza stampa, Wu ha aggiunto che "la vera intenzione di Pechino è quella di alterare lo status quo nello Stretto di Taiwan e nell'intera regione dell'Asia-Pacifico". (L'Unione Sarda.it)

“Non ci sentiamo l’Ucraina dell’Asia, perché non c’è nessun interesse a scatenare una guerra adesso”. A parlare da Taipei al Sir è un missionario italiano che da 30 anni vive e opera nella capitale di Taiwan. (Servizio Informazione Religiosa)