I quattro sintomi del Covid che pochi conoscono

Today.it SALUTE

Sono stati pochi i casi segnalati di perdita dell'udito permanente legati al Covid.

Cambiamenti nelle unghie. In una percentuale minima di pazienti (secondo le stime 1-2% circa), il Covid può manifestarsi anche attraverso alcuni cambiamenti visibili nelle unghie.

Perdita dell'udito e acufene. Come molte altre infezioni virali, quali ad esempio l'influenza e il morbillo, anche il Covid può colpire l'orecchio interno causando perdita dell'udito o acufene (una sensazione di ronzio costante). (Today.it)

Se ne è parlato anche su altri media

Tra i sintomi segnalati, di cui aveva parlato anche uno studio, c’è l’orticaria e il rush cutaneo, presentato da almeno un paziente su cinque. I nuovi sintomi della variante Omicron, soprattutto da quando si sta parlando delle sottovarianti Omicron 4 e 5, sono cambiati e molti hanno segnalato segni diversi, che possono far sospettare di essersi contagiati. (InvestireOggi.it)

Naso che cola e stanchezza: al momento sono questi i sintomi che vengono associati più di frequente alla variante Omicron del coronavirus SarsCoV2, ma i dati in proposito sono ancora preliminari e molto pochi. (Gazzetta del Sud)

Non si tratta però dei soliti sintomi (febbre,. Il testo completo di questo contenuto a pagamento è disponibile agli utenti abbonati (ilmattino.it)

Nuovi sintomi Covid. Contagi che avvengono anche a causa delle varianti che nel tempo si sono modificate, cambiando anche il tipo di sintomi. E stanno emergendo anche sintomi acustici, quali calo o perdita dell’udito e fischi all’orecchio. (Io Donna)

Tra i sintomi più diffusi ci sono le linee di Beau, bande orizzontali alla base delle unghie delle mani o dei piedi, o le linee di Mees, bianche e orizzontali Le lesioni cutanee, invece, sono molto più fastidiose o dolorose, dunque in questi casi è preferibile consultare un medico. (Giornale di Sicilia)

La pelle può essere attaccata da un rush cutaneo o dall’orticaria. I sintomi legati alle unghie non sono molto diffusi, ne può soffrire fino al 2% dei pazienti (IL GIORNO)