Istat: a ottobre +35mila occupati, in un anno +390mila. Tasso al 58,6%

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Sale però anche il tasso di disoccupazione al 9,4% (+0,2 punti), nonostante tra i giovani scenda al 28,2% (-1,4 punti).

A ottobre infatti il tasso di disoccupazione nell'area dell'euro è calato al 7,3%, rispetto al 7,4% di settembre 2021 e all'8,4% di ottobre 2020.

Tasso al 58,6% La crescita dei posti riguarda esclusivamente la componente maschile e in larga parte il lavoro dipendente.

I dati Istat: a ottobre +35mila occupati, in un anno +390mila. (Rai News)

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Lo certifica Istat secondo cui a ottobre l’occupazione è cresciuta in Italia di 35mila unità rispetto a settembre ma l’incremento riguarda solo gli uomini (+36mila). «Nel mese di ottobre - ha spiegato l’Istat - prosegue la crescita dell’occupazione osservata a settembre, con un aumento in due mesi di oltre 140 mila occupati; rispetto a gennaio 2021. (Corriere della Sera)

A crescere, infatti, sono le persone in cerca di lavoro, mentre calano gli inattivi. A ottobre, quindi, il tasso di disoccupazione è salito, rispetto a settembre, di 0,2 punti al 9,4%, ma è comunque in calo rispetto al 10% di un anno fa. (La Stampa)

"Nel mese di ottobre prosegue la crescita dell'occupazione osservata a settembre, con un aumento in due mesi di oltre 140 mila occupati; rispetto a gennaio 2021, l'incremento supera i 600 mila occupati ed è dovuto esclusivamente alla ripresa del lavoro dipendente. (Milano Finanza)

A ottobre l'occupazione cresce di 35mila unità nel complesso su settembre ma l'aumento riguarda solo gli uomini (+36mila). In pratica il tasso di disoccupazione su base tendenziale è diminuito di 0,9 punti per gli uomini e di 0,3 punti per le donne (rpt 0,9 punti per gli uomini e di 0,3 punti per le donne) (Il Messaggero)

Per quanto riguarda la Ue è arrivato al 6,7%, stabile rispetto a settembre 2021 e in calo rispetto a 7,5% a ottobre 2020 La componente femminile, invece, è rimasta sostanzialmente stabile. (TIMgate)

La variazione mensile dell’occupazione femminile rilevata dall’Istat è zero, il tasso corrispondente non arriva neanche al 50%, inferiore di quasi 20 punti a quello maschile. E non è di grande conforto pensare che a settembre l’occupazione femminile era cresciuta più di quella maschile: «Le donne sono quelle che hanno pagato il prezzo più alto della crisi - ricorda Susanna Camusso, responsabile delle Politiche di genere della Cgil e tra i coordinatori della campagna “Half of it - Donne per la salvezza” - (La Repubblica)