Il bollettino lanciò l’allerta frana “Non sempre ci prende, c’era il sole”

La Repubblica INTERNO

C'è un documento che parla chiaro come una prova schiacciante del disastro annunciato di Ischia. È un comunicato che era su tutti i tavoli dei primi cittadini dell'isola, diramato dalla Protezione civile della Regione Campania il 25 novembre a mezzogiorno. L'allerta meteo di colore arancione, prevista dalle 21 di venerdì fino alle 21 di sabato, riguardava il rischio idrogeologico dovuto ai temporali "con possibili frane, instabilità di versante, colate rapide di fango, caduta massi, allagamenti, esondazioni, innalzamento dei livelli idrometrici dei corsi d'acqua con fenomeni di inondazione delle aree limitrofe". (La Repubblica)

La notizia riportata su altri giornali

E tutto ciò nonostante l’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) già dal 2018 avesse classificato l’isola come ad alto rischio di dissesto (Il Fatto Quotidiano)

C’era una volta un piano per il dissesto idrogeologico, approvato per importanti stralci: aveva collegato un fondo nazionale di 8,5 miliardi ed era stato affidato a una struttura centralizzata a Palazzo Chigi chiamata «Italia sicura» che è stata la sola a mettere un po’ di ordine nel grande Far West della difesa del suolo in Italia. (Il Sole 24 ORE)

L’83 per cento dei comuni veneti è a rischio idrogeologico. Ecco da dove viene il pericolo Ispra: nella regione 2,5 milioni di persone vivono in luoghi che potrebbero essere allagati. «Le cause sono urbanizzazione, abbandono delle zone rurali e cambiamento climatico» (Il Mattino di Padova)

Le immagini di Ischia sono forti, raccontano di un territorio fragile, appeso alla potenza degli elementi. E il Friuli Venezia Giulia, con le sue montagne e i suoi paesi abbarbicati sui pendii, purtroppo non fa eccezione. (ilgazzettino.it)

Giornata napoletana per il capo dipartimento della Protezione civile Fabrizio Curcio. (ilmattino.it)

In Liguria, invece, la percentuale è del 12,73%. I dati arrivano dall’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino settentrionale, ente controllato dal ministero dell’Ambiente che si occupa di predisporre le mappe di pericolosità da alluvioni e frane, nonché di pianificare gli interventi che servono per mitigare il rischio. (LA NAZIONE)