“Corretti” anche i romanzi di Agatha Christie: via i passaggi ritenuti offensivi o razzisti, è polemica

La cancel culture colpisce ancora nel Regno Unito: dopo le correzioni nei libri di Roald Dahl e Ian Fleming, in nome del politicamente corretto sono stati rivisti anche i testi dei romanzi di Agatha Christie. L’editore HarperCollins, fa sapere la stampa britannica, ha in parte corretto alcune opere della regina del giallo per tener conto delle sensibilità contemporanee, eliminando termini oggi ritenuti offensivi o razzisti. (L'Unione Sarda.it)

La notizia riportata su altre testate

Ma chi sono queste nuove figure professionali nel mondo editoriale? Si tratta di editor che non correggono soltanto i refusi presenti nel testo, ma sono incaricati di identificare e segnalare quei passi, frasi, o interi dialoghi che possano contenere espressioni ritenute offensive nei confronti di minorità etniche, linguistiche o culturali. (Il Digitale)

Con la nuova riedizione, spariscono dai romanzi della regina del giallo parole ed espressioni considerate offensive e non inclusive: ma è davvero questo il modo di promuovere la cultura per tutti? Dopo i romanzi per bambini di Robert Dahl, anche i gialli di Agatha Christie si “rifanno il look” in nome del politically correct. (greenMe.it)

Dopo il caso di Roald Dahl, ecco che persino alla vera signora in giallo Agatha Christie è toccata in sorte una pessima forma di igienizzazione. «È nei luoghi netti, candidi, ordinati, puliti, che il delitto può scatenarsi: non c’è fango per trattenere le orme», disse Padre Brown. (Tempi.it)

Anche Agatha Christie non supera l’esame del politicamente corretto. Poche settimane dopo le polemiche sulle revisioni linguistiche e le correzioni nei libri di Roald Dahl e di Ian Fleming in nome di una nuova sensibilità comune, una nuova se ne apre sui romanzi della regina del giallo. (Corriere della Sera)

Piange lo spettro di James Brown: da fiera rivendicazione il suo Say It Loud I’m Black I’m Proud è diventato sanguinoso insulto e presto toccherà sbianchettare le foto degli anni ’60 per impedire che il ruggente «Black is Beautiful» ferisca la sensibilità dei nuovi censori, razzisti travestiti. (Il Manifesto)

Il detective Poirot non parlerà più di un altro personaggio come di "un ebreo", Miss Marple non utilizzerà più la parola "nativo" ma sceglierà invece "locale". Ai romanzi della regina del giallo tocca la stessa sorte di altri illustri colleghi, per volere della casa editrice HarperCollins (Sky Tg24 )